• 30 Aprile 2024 06:52

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Caremar, situazione sempre più complicata

Stato di agitazione tra i lavoratori, ritardi e decurtazioni nei pagamenti

Il ritardo dei pagamenti e la decurtazione del 30% degli acconti rispetto ai mesi precedenti rimettono i lavoratori della Caremar sul piede di guerra dopo lo sciopero dello scorso 25 luglio.

La situazione della società marittima regionale, con la sospensione delle convenzioni statali a causa dei ritardi nella gara di privatizzazione, si sta aggravando ogni giorno di più. E nonostante i maggiori incassi estivi, le crescenti difficoltà con le ditte esterne per le manutenzioni e i rifornimenti confermano una crisi di liquidità (in aumento anche l’indebitamento con le banche) che mette in discussione i collegamenti con le isole del Golfo e il futuro di 300 lavoratori.

Sotto accusa, in particolare, la Regione Campania, la cui “mancata volontà politica” nella risoluzione dei problemi derivanti dal difficile iter di privatizzazione, secondo Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti, rischia di far fallire l’azienda “senza poter neanche accedere ai benefici dell’amministrazione straordinaria”.

Ancora più dura la posizione dell’Ugl che parla di una società “che elemosina prestiti ai vari istituti bancari riconoscendogli, grazie ad una gestione particolare, interessi passivi che vanno ben oltre i recuperi che la stessa chiede ai lavoratori sulle integrazioni”.

Prosegue intanto l’iter di gara per la dismissione di Caremar messo a punto da Palazzo Santa Lucia. Secondo l’assessore Vetrella a determinare i ritardi nell’esplicazione della stessa “i dubbi che emergono in merito all’affidamento dei servizi minimi scaturiti dal decreto sulle liberalizzazioni”.

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