• 7 Maggio 2024 19:30

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Hutchinson ed Evergreen, nubi sul porto di Taranto

Prete conferma il rischio fuga: “Situazione delicata”

Hutchinson Ports ed Evergreen in fuga dal porto di Taranto? L’allarme sulla possibilità di disimpegno dei due socie del Taranto Container Terminal lanciato da un gruppo di deputati del Pd nei giorni scorsi è indirettamente confermato dal presidente dell’Ap Sergio Prete. Il problema riguarda i ritardi sugli adeguamenti infrastrutturali chiesti dal terminalista. “É di tutta evidenza – spiega Prete – che questo è un momento particolarmente delicato perché tanto HPH che Evergreen chiedono che le procedure ed i lavori vengano conclusi nel più breve tempo possibile, ed è per questo che il Commissario Straordinario ha già chiesto alla Presidenza del Consiglio di convocare una riunione a metà settembre per la condivisione di un cronoprogramma delle ulteriori attività che sia vincolante, tanto per le parti pubbliche che per quelle private”.

Il riferimento è agli interventi previsti dall’accordo siglato nel giugno 2012 che scongiurarono l’abbandono del terzo scalo nazionale per traffico merci da parte dei due gruppi internazionali alla guida di TCT. Da allora, sottolinea Prete, alcuni passi sono stati compiuti. “E’ stata predisposta la progettazione delle opere, è in fase di conclusione la procedura di aggiudicazione dei lavori di adeguamento/consolidamento della banchina del Molo Polisettoriale”. Nei prossimi giorni, inoltre, “sarà concluso l’iter di approvazione del dragaggio e della vasca di colmata”, seguito dalla conclusione delle procedure di approvazione della diga foranea e della radice della banchina del Molo Polisettoriale. Un attivismo, completato dall’accordo per la delocalizzazione del Terminal Rinfuse, che potrebbe non bastare. “Occorre mantenere alta l’attenzione sulle procedure e sulla loro tempistica – ha concluso Prete – per evitare di pregiudicare il progetto di rilancio territoriale che necessariamente passa attraverso la realizzazione dell’adeguamento competitivo del porto e che vede nella crescita del traffico containerizzato uno dei punti cardine, anche al fine di consentire il concreto sviluppo delle infrastrutture logistiche alcune delle quali già in corso di realizzazione”. Complessivamente i piani infrastrutturali legati allo scalo pugliese ammontano a circa 400 milioni di euro.

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