• 27 Luglio 2024 06:55

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Il 20 ottobre operazione di pulizia contro l’inquinamento marino

 

“Suonare i rifiuti” per sensibilizzare la cittadinanza sulle problematiche dell’inquinamento marino. Un originale approccio musicale che andrà in scena sabato 20 ottobre, alle ore 11.00, presso l’Area Marina Protetta – Parco Sommerso di Gaiola – con (Ri)Percussioni marine, appuntamento organizzato dal Centro Studi Interdisciplinari Gaiola Onlus, d’intesa con la Soprintendenza Archeologica di Napoli e Pompei e con i patrocinio del Comune di Napoli.

Grazie al gruppo subacqueo del CSI Gaiola onlus e dei Volontari per la Gaiola e al supporto logistico del Servizio Tutela del Mare del Comune di Napoli che ha messo a disposizione uomini e mezzi e di ASIA per il prelievo e smaltimento dei rifiuti, si effettuerà la pulizia dei fondali e della spiaggia ove si sono accumulati nel corso della stagione estiva rifiuti di vario genere, anche ingombranti.

Al termine delle operazioni di pulizia vi sarà il gruppo di percussionisti “Bata-ngoma” e il musicista napoletano Francesco Capriello che “suoneranno” parte dei rifiuti ingombranti raccolti.

L’idea di “suonare” i rifiuti nasce dalla volontà di dare simbolicamente voce al mare ed esprimere le ripercussioni negative che i rifiuti hanno sull’ecosistema marino.

Una recente stima dell’Onu, relativa solo alla plastica presente in mare, stima in 100 milioni di tonnellate la quantità di materiale disperso in mare. I rifiuti plastici richiedono migliaia di anni per degradarsi. L’acqua e i raggi ultravioletti li sciolgono lentamente in frammenti sempre più piccoli fino a spezzarli in singole molecole, difficilmente recuperabili. Questa massa continua ad aumentare e gli studi più recenti stimano una media di 46 mila pezzi di plastica per chilometro quadrato. Un numero destinato a raddoppiare nei prossimi dieci anni.

Ne sta facendo le spese, ad esempio, il tratto di mare del Santuario dei cetacei. Secondo l’Università di Siena il valore medio di microplastiche presenti nell’area – 0,62 particelle per metro cubo – è simile a quello riscontrato nelle isole di spazzatura che galleggiano nel Pacifico, con grande problemi per la sopravvivenza delle specie protette che vivono nella zona.

Ma ad inquinare il mare provvedono anche gli sversamenti provenienti dalla terraferma e dalle unità in navigazione, problemi che, assieme alla carenza di una cultura ambientale da parte di un diffuso turismo “mordi e fuggi”, riguardano più direttamente il Golfo di Napoli. Risale appena alla scorsa estate l’allarme che ha riguardato proprio l’area della Gaiola e della vicina Ischia, causa malfunzionamento del depuratore di Cuma. Un altro colpo all’ecosistema marino sulla cui responsabilità non è ancora stata fatta chiarezza.