• 27 Luglio 2024 07:36

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SCF Amur impiega una settimana sulla rotta Atlantico – Pacifico via Artico

 

Una settimana per navigare lunga la rotta del Nord Est. Il tragitto che, reso percorribile dallo scioglimento dei ghiacci nella stazione estiva, parte dal mare del Nord, costeggia la Siberia e, attraverso lo stretto di Bering, raggiunge l’oceano Pacifico. Accorciando, ad esempio, il collegamento Rotterdam – Yokohama di ben 7.600 chilometri rispetto ai percorsi tradizionali (Oceano Indiano e Canale di Suez), con enorme risparmio in termini di tempo e carburante.

È il percorso che ha effettuato, all’inizio di settembre, la nave cisterna Amur del gruppo Sovcomflot, ad una velocità media di 12,5 nodi, con un carico di 44 mila tonnellate dei prodotti petroliferi.

L’unità, ha spiegato la compagnia, faceva parte di un convoglio scortato dal rompighiaccio nucleare “50 let Podeby” che ha navigato perlopiù in condizioni di scarsa visibilità.

Pianificato nell’ambito della collaborazione tra SCF e Gazprom nello scorso gennaio, il viaggio verso il sud est asiatico è il quarto effettuato dal 2010 da Sovcomflot dall’Atlantico al Pacifico attraverso l’Artico dopo quelli delle petroliere SCF Baltica (Aframax da 115.000 tonnellate) nel 2010 e Vladimir Tikhonov (162.000 tonnellate) e Mar Adriana (18.600 tonnellate) nel 2011.

Vladimir Molostvov, comandante della Amur, ha sottolineato l’importanza della preparazione dell’equipaggio e lo studio effettuato dai tecnici della compagnia sui percorsi possibili rispetto alle condizioni previste del ghiaccio.

È il primo trasferimento di prodotti petroliferi effettuati da Gazprom sulla rotta del Nord Est per fornire i mercati dell’Asia Pacifico.

Dopo svariati tentativi cominciati già nel XVI secolo il primo a percorrere completamente il passaggio fu l’esploratore svedese Adolf Erik Nordenskjöld che, partito da Göteborg il 4 luglio 1878 con la baleniera Vega, dopo essere rimasto bloccato dai ghiacci nei pressi dello stretto di Bering nel settembre 1878, se ne liberò dieci mesi dopo, riuscendo a raggiungere Yokohama.

Risale invece al 2009 il primo attraversamento “commerciale” del passaggio grazie alle navi tedesche Beluga Fraternity e Beluga Foresight (12 mila tonnellate).