• 27 Luglio 2024 06:44

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Deiulemar, una tragedia che si sarebbe potuta evitare

Le associazioni dei consumatori contro la Consob: “Nessuna vigilanza”

 

Adusbef e Federconsumatori intervengono sul crack Deiulemar e chiamano in causa direttamente la Consob, responsabile di non aver esercitato le sue prerogative di controllo.

Ricostruendo la vicenda, che vede coinvolte 13 mila risparmiatori, le due associazioni ricordano come una delle due emissioni obbligazionarie, quella del 2007, avesse ottenuto il nulla osta dalla Commissione nazionale per le società e la Borsa e che “già all’inizio del 2011 erano stati inviati numerosi esposti” alla divisione “tutela Consumatori”. Segnalazioni cui non sarebbe seguita alcuna iniziativa. 

“Da quanto sopra – spiegano le associazioni – emergerebbe una possibile responsabilità da parte della Consob che non ha provveduto ad attivarsi tempestivamente al fine di tutelare gli interessi di migliaia di risparmiatori che sono rimasti intrappolati dal comportamento a dir poco non trasparente della società emittente i titoli”.

Nel sottolineare la gravità della situazione Adusbef e Federconsumatori denunciano ancora una volta l’incapacità da parte degli organi di vigilanza di svolgere le loro funzioni riservandosi “la possibilità di chiamare in giudizio in via risarcitoria la Consob e terzi che saranno individuati al fine di rispondere di tutti i danni patiti dai risparmiatori”.

In attesa della convocazione del tavolo tecnico con i risparmiatori, intanto, circola insistentemente una bozza di piano che prevederebbe un rimborso del 5% di denaro in contante, del 20% in obbligazioni con scadenza 2018 e il resto in azioni di una new company che andrebbe a sostituire l’attuale compagine.  

Mentre aumenta il pressing da parte delle compagnie internazionali per il mancato pagamento delle unità noleggiate da Deiulemar, la società di Torre del Greco ha varato la settimana scorsa a Shanghai una Bulk Carrier Capesize da 175 mila tonnellate. “Città di Torre del Greco”, questo il nome dell’unità, rompe una tradizione che ha visto dal 1969 battezzare le navi sempre con nomi di familiari. Il tentativo, forse, di riguadagnare un rapporto fiduciario con la cittadinanza.