• 6 Dicembre 2024 06:35

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Cina alla caccia di ufficiali marittimi

Piani governativi per sopperire al crew shortage

 

Poco più di un anno per la costruzione di una nave, almeno quattro o cinque per formare un marinaio qualificato. Sta in questa discrepanza l’origine del “crew shortage”, espressione che indica la carenza di personale marittimo di alto livello, in particolar modo ufficiali, rispetto ad una domanda costantemente in crescita.

Fenomeno già sotto i riflettori europei da almeno un decennio (secondo l’ultimo Rapporto sull’economia del Mare del Censis il fabbisogno di ufficiali per l’Italia ammonta a circa 46 mila unità) sta destando preoccupazione anche in Cina dove è considerato una potenziale limitazione per il commercio internazionale.

Forte di una movimentazione estera che l’anno scorso ha superato 3.600 miliardi di dollari, con un incremento del 22,5%, il Paese asiatico è infatti alle prese con un sistema formativo in grado di produrre solo poche migliaia di marinai. Una cifra, per stessa ammissione del Ministero dei Trasporti, “ben al di sotto del necessario”.

Da qui la decisione di implementare ulteriormente i programmi governativi a sostegno dei trasporti marittimi. In pratica, un meccanismo premiale per i laureati in materie non marittime che optano per un ulteriore anno di formazione nei college della marina mercantile.

Dal 2006 sono più di 10 mila i laureati che, scelto questo percorso, sono imbarcati a bordo della flotta cinese. Una percentuale che probabilmente aumenterà prossimamente con la recente decisione di allargare il programma di reclutamento.

“In precedenza, solo ai laureati con background scientifici è stato permesso di iscriversi”, ha detto Chen Fuhan, vice preside della scuola Dalian Maritime University, al China Daily. “Ora potremo accogliere studenti specializzati anche in materie come legge e inglese”.

Giovanni Grande