Venezia, 7 novembre 2019 – Il traffico merci generato dagli scali portuali di Venezia e di Chioggia nel periodo che va da gennaio a settembre 2019 si stima in 19.631.603 tonnellate, in flessione del 3,97% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Il dato rappresenta una media pesata tra il risultato negativo del porto di Venezia (-5,3%) e quello positivo del porto di Chioggia (+34,8%).
La flessione percentuale non è di per sé particolarmente significativa se si considera l’andamento storico dei flussi che a Venezia tendono a registrare un picco negativo nel terzo trimestre ed è anzi in linea con i dati 2018 e 2017. E’ piuttosto il rallentamento del primo semestre 2019, corrispondente alla frenata del commercio internazionale, a pesare sui volumi complessivi che si riducono in modo proporzionalmente uniforme sulle principali tipologie di carico: energetico, agroalimentare, siderurgico e chimico.
In controtendenza il settore dei container: nei primi tre trimestri 2019, infatti, il bilancio complessivo appare negativo (-3,8% pari a -17.729 teu) ma, considerando i soli contenitori pieni che producono effettivamente valore sul territorio, il risultato torna in positivo (+0,7% pari a +2.371 teu). In questo comparto pesa notevolmente la riduzione di pescaggio del porto veneziano che incide sulle toccate del servizio diretto.
Evidenti le difficoltà del settore siderurgico che soffre un calo del 9,3% dei traffici nei primi nove mesi dell’anno a causa della diminuzione degli scambi di rinfuse siderurgiche. L’andamento incerto del comparto perdura dallo scorso settembre e fotografa uno scenario dove i maggiori produttori rimangono in attesa di capire le mosse di alcuni settori trainanti, come l’automotive, colpiti da importanti misure protezionistiche. Le previsioni intravedono un miglioramento degli scambi solo a partire dalla fine del primo trimestre 2020.
Anche l’agroalimentare vede un calo dei volumi movimentati del 15,7% rispetto allo stesso periodo del 2018. Pesano in particolare i minori approvvigionamenti di mais (-49%), grano tenero (-43%) e semi di soia (-10%). Compensa parzialmente il bilancio l’aumento degli sbarchi di farina di soia (+22%), in forte aumento sul mercato europeo dove gli USA hanno dirottato parte delle quote finora riservate alla Cina.
L’aumento dell’1,7% dei crocieristi registrato tra gennaio e settembre 2019 conferma il buon risultato anno su anno (+1,4%).
Il porto di Chioggia registra risultati positivi nei primi nove mesi del 2019 (+34,8% pari a +245 mila tonnellate) rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Il risultato si deve principalmente alla crescita del comparto minerali, cementi e calci (+21,4%) e alle merci varie (+72,6%) che comprendono anche i colli eccezionali e i prodotti siderurgici.
“I porti lagunari hanno perso circa 800 mila tonnellate nel 2019” sintetizza il presidente dell’Autorità di Sistema Portuale Pino Musolino. “Lo scalo veneziano, con la sua vocazione industriale, risente dello scenario di incertezza internazionale che, alimentato dalla guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina, perdura da quasi un anno e si ripercuote pesantemente sulla filiera manifatturiera europea. Il risultato negativo, quindi, è figlio delle dinamiche commerciali e industriali globali ma anche dell’impasse burocratico che ci impedisce di svolgere i necessari lavori di escavo in modo tale da conservare e migliorare l’accessibilità nautica. L’esempio più lampante è la perdita della nave porta contenitori da 8500 teu che avrebbe dovuto toccare a Venezia lo scorso ottobre consolidando il nostro presidio lungo la nuova via della Seta.
La situazione è ancor più frustrante se si considera che la risposta dei mercati rispetto ai nostri servizi è buona, prova ne è il risultato in crescita dei contenitori pieni, segnale che le aziende del nordest hanno la necessità di disporre di un porto efficiente da cui imbarcare i propri prodotti e approvvigionarsi”.