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Salerno Sea Sun, il porto celebra la sua eccellenza

DiGiovanni Grande

Lug 8, 2013

All’Arena del Mare si è discusso dei nuovi scenari portuali in Italia

Il segreto del modello portuale salernitano? La capacità di fare squadra da parte di istituzioni e imprenditori. Ma, soprattutto, quella di “mettere in contatto l’economia del territorio con il resto del mondo attraverso uno sviluppo dello scalo che può essere racchiuso in due parole: specializzazione e polifunzionalità”. Agostino Gallozzi sintetizza in questo modo la stagione di successi del porto campano. Uno scalo che ha celebrato un’eccellenza riconosciuta a tutti i livelli nel corso dell’XI edizione del Sea Sun, tradizionale appuntamento dell’estate salernitana. “I nuovi scenari dei porti italiani. L’eccellenza di Salerno e il suo ruolo nel Mediterraneo”, il titolo del convegno che ha inaugurato l’Arena del Mare, ha registrato un parterre di tutto rispetto: il presidente dell’Ap di Salerno, Andrea Annunziata, a fare gli onori di casa, il Sindaco e vice ministro dei Trasporti, Vincenzo De Luca, oltre ai presidenti delle Ap di Taranto e Venezia, il Direttore Generale del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Cosimo Caliendo, il Comandante Generale della Guardia Costiera, Felice Angrisano e Agostino Gallozzi, presidente di Assotutela.

A dimostrazione dell’interesse che suscita nell’ambito della portualità nazionale l’esperienza di uno scalo che a partire dagli anni 90, quando mancavano strutture “dedicate”, è riuscito a farsi largo a cominciare dall’inizio del secolo in vari settori, dalle autostrade del mare alla crocieristica ai contenitori. Tanto da essere preferito al vicino porto di Napoli da compagnie storiche come Messina che il prossimo 17 luglio, con l’arrivo della Jolly Quarzo, “metterà in relazione Salerno per la prima volta – spiega Gallozzi – con aree come il sud Africa, il Mar Rosso, l’Africa, aprendo ulteriori nuovi scenari di sviluppo”.

Uno sviluppo che, a detta dei partecipanti al convegno, non potrà prescindere in futuro da una radicale rivisitazione della legge portuale 84/94. Una riforma, attesa da troppo tempo, in grado di disegnare per le Ap una nuova governance e un’autonomia finanziaria sul modello dei porti del Nord Europa. “L’Italia deve decidere il suo ruolo internazionale per il futuro esser ancora protagonista della scena mondiale oppure diventare un paese residuale”, ha affermato De Luca. “La portualità vale il 2,5 per cento del PIL e dà lavoro a circa 800mila persone direttamente e con l’indotto ma per restare competitivi a livello globale bisogna compiere delle scelte urgenti a partire da autonomia finanziaria, sburocratizzazione e meno porcherie politiche per le Autorità Portuali”. Chiaro il riferimento alla situazione di Napoli (“non è possibile che da cinque mesi l’Ap sia senza guida”) che sembra stemperare le polemiche degli ultimi giorni con il sindaco De Magistris.

Poco convinto sulla reale possibilità di accorpamenti tra Napoli e Salerno per De Luca “bisogna integrare il porto e le aree retrostanti perché uno scalo funziona se funziona anche il movimento a terra tra di loro profondamente collegati”. “Dobbiamo lavorare – ha sottolineato – all’adeguamento infrastrutturale ecosostenibile ottimizzando le procedure operative di movimentazione delle merci e velocizzando le operazioni doganali”.

In quest’ottica saranno fondamentali i progetti che a Salerno sono in via di completamento: “Salerno Porta Ovest – ha concluso De Luca – ottimizzerà la mobilità in entrata/uscita dal porto; il dragaggio e l’allungamento del Molo Manfredi ci consentono di accogliere le grandi navi cooperando con gli armatori e le loro scelte di gigantismo navale; la sinergia tra i protagonisti della portualità che si confrontano quotidianamente per trovare le strategie migliori. Sono questi gli elementi di un successo internazionale  che deve diventare un modello per l’Italia”.

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