• 27 Luglio 2024 03:53

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Pubblicato il Conto Nazionale delle Infrastrutture e dei Trasporti

È la sintesi di oltre novanta elaborazioni statistiche

 

In Italia ci sono 270 porti, principalmente concentrati nell’Italia meridionale e insulare (ben 168 contro 43 al Centro e 59 al Nord). Ma è il numero e la lunghezza degli accosti (1.992 in totale per 463.652 metri complessivi) a fare la differenza: 602 per 143.562 metri al Nord, 461 per 122.773 metri al Centro, 929 per 197.317 metri al Sud.

Nella ripartizione nazionale per tipo di servizi 682 sono gli accosti dedicati al diporto, 514 ai passeggeri, 385 al pescato, 379 al Ro-ro, 165 ai container. Su 288 accosti dotati di collegamenti ferroviari 209 appartengono a scali del Nord, 47 a quelli del Centro, 32 al Sud.

Sono solo alcune delle cifre registrate dal  Conto Nazionale delle Infrastrutture e dei Trasporti – Anni 2010-2011, il documento, nato con la Legge  n. 108/67, che illustra i risultati di oltre novanta tra rilevazioni ed elaborazioni statistiche annuali sulle infrastrutture e sui trasporti.

Vera e propria fotografia del settore il Conto è articolato in una parte introduttiva ed in undici capitoli (uno in più dello scorso anno), insieme ad un’Appendice con statistiche di dettaglio.

Tra gli obiettivi strategici individuati dal Conto riguardo la portualità, spiccano, in particolare, il potenziamento delle aree “multiporto” dell’Alto Tirreno e dell’Alto Adriatico per il recupero di almeno 2 milioni di container; l’aumento del volume degli scambi intercontinentali, “intercettando il più possibile i container destinati all’Europa Centrale (5 milioni)”; il rafforzamento dei porti italiani come hub logistico del Mediterraneo;lo sviluppo dello Short Sea Shipping e dei raccordi tra porti, interporti e nodi logistici.

“Gli obblighi e gli impegni assunti dal Governo e dal Parlamento nei confronti del Paese e dell’Unione Europea”, sottolinea nell’Introduzione il ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Corrado Passera,  “impongono riforme strutturali che consentano all’Italia di recuperare il rilevante

ritardo accumulato sul piano infrastrutturale, nonché nell’ambito della concorrenza dei mercati”.

Una strada che passa attraverso l’incremento della “funzionalità dell’intero sistema trasportistico attraverso l’integrazione tra le diverse modalità, il miglioramento del trasporto pubblico locale, il sostegno ed il rafforzamento del trasporto ferroviario, aereo e per vie d’acqua, insieme al riassetto delle Società e degli Organismi di settore che fanno riferimento al Ministero”.