• 28 Aprile 2024 21:30

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Merlo (Assoporti): “Il demanio sia trasferito alle Ap”

Assoporti, Fedespedi e Federagenti, confronto con il governo

Senza un recupero sostanziale di efficienza per il sistema portuale e logistico italiano non c’è possibilità di rilancio per il Paese. Costretto, per la natura della sua attività, a confrontarsi con le sfide della globalizzazione e di un nuovo ordine dell’interscambio mondiale, il cluster marittimo italiano prende l’iniziativa e propone in dieci mosse la partita della vita. Questo il messaggio che arriva  dal convegno organizzato  a Roma da Assoporti, Federagenti e Fedespedi che hanno affidato al gruppo Ambrosetti, The European House,  il compito di tracciare un quadro aggiornato delle problematiche esistenti e  dei fattori che continuano, cronicamente, a condizionare la competitività del sistema logistico e portuale del paese. Ne è emerso un panorama negativo dove, tra inadeguatezza infrastrutturale, mancato riconoscimento del ruolo, peso esorbitante della burocrazia, si deve registrare anche la cocente delusione riservata dal decreto del Fare. “Contaminare il paese sulle priorità logistiche”. Per Luigi Merlo, presidente di Assoporti è necessario chiudere una stagione di autoreferenzialità passando da una riforma dei modelli di rappresentatività e abbandonando “una visione ragionieristica della gestione del paese, che equivale a un suicidio”.  Merlo ha proposto di trasferire alle Autorità portuali il demanio per patrimonializzarlo a vantaggio delle stesse Autorità portuali così come già avvenuto nei porti francesi. Si è infine detto disponibile a lavorare da subito a un testo di una vera riforma globale del settore.

Piero Lazzeri, presidente di Fedespedi, ha sottolineato come interventi prioritari  e imprescindibili la necessità di decise azioni di semplificazione normativa e burocratica nelle procedure di import ed export delle merci per ridurre lo spread crescente fra la capacità competitiva del nostro settore e quella dei nostri partners europei. Michele Pappalardo, presidente di Federagenti, ha rimarcato con forza l’esigenza di lanciare una grande operazione trasparenza, per far comprendere all’opinione pubblica ciò che il Palazzo continua a non capire, ovvero l’utilità e il ruolo strategico del comparto marittimo. “Per anni – ha detto – nell’idea di poter vivere in un clan. Oggi è il momento di affermare con forza, in tutte le sedi e con un linguaggio diverso,  che, senza i porti e senza le navi, l’Italia muore e non ha alcuna possibilità di rilancio e  di ripresa economica”.