• 12 Ottobre 2024 09:10

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Livorno, tra crisi occupazionale e rilancio delle infrastrutture

Nello scalo labronico 100 posti di lavoro in meno nell’ultimo anno

 

Entro aprile sarà completato il livellamento dei fondali del porto di Livorno per consentire le manovre alle unità da 8.500 Teu. La comunicazione giunge dall’ultima riunione del Comitato portuale labronico come risposta alle esigenze espresse dagli armatori “di concentrare sui porti della penisola unità più grandi di quelle che fino a poco tempo fa affollavano il Mare Nostrum”.

A tal riguardo il Comitato ha annullato la precedente delibera di assegnazione dei carotaggi necessari alla progettazione dei lavori di dragaggio avviando un iter che entro due mesi porterà all’aggiudicazione definitiva delle gare d’appalto; altri tre mesi saranno necessari per il completamento dei lavori, dopo di che partiranno le procedure di gara per i dragaggi veri e propri.

L’altro argomento trattato nel corso della riunione è stato il protocollo d’intesa sottoscritto il primo dicembre scorso a Firenze tra Regione Toscana, RFI e Autorità Portuale. In quell’occasione, gli enti sottoscrittori si erano impegnati a rafforzare le strutture ferroviarie sulla Darsena Toscana e a collegare il Porto con la linea Roma-Genova, lato Pisa. Il progetto prevede: la realizzazione in Darsena Toscana (lato sud) di un fascio di 5 binari di manovra, della lunghezza di circa 600 metri, per consentire il carico/scarico di container su carri ferroviari; la costruzione, sempre in Darsena Toscana (lato nord), in prosecuzione del fascio di 5 binari, di altri 3 binari elettrificati della lunghezza di 750 metri, centralizzati e telecomandati dalla Stazione Livorno-Calambrone, idonei per l’arrivo e la partenza diretta dei treni; la realizzazione di un binario di linea, elettrificato, lungo 4500 metri, dalla Darsena Toscana fino al nuovo raccordo di collegamento diretto con la linea ferroviaria tirrenica, verso Pisa. “Il potenziamento diretto delle infrastrutture ferroviarie – ha spiegato Gallanti – consentirà di eliminare i tempi di manovra dal TDT a Livorno-Calambrone, e di comporre direttamente in Darsena Toscana i terni blocco che verranno convogliati verso la tirrenica e successivamente instradati sulla linea ad alta capacità Firenze-Bologna. In questo modo verranno notevolmente ridotti i costi di trasporto”.

Intanto a distanza di quasi un mese dal primo incontro sulla crisi occupazionale nel porto, sindacati, categorie imprenditoriali e istituzioni si sono dati appuntamento a Palazzo Rosciano per confrontarsi sui numeri della crisi e per capire quali sono i margini di manovra per realizzare un patto di solidarietà a favore dei lavoratori in difficoltà. L’obiettivo, già comunicato nel corso della riunione del 20 dicembre, era quello di definire un quadro quanto più dettagliato possibile sulla situazione occupazionale in ambito portuale, con la richiesta alle imprese di fornire agli uffici competenti della Port Authority i dati complessivi sul ricorso alla cassa-integrazione e agli straordinari. 13 imprese su 30, tra operazioni e servizi portuali, hanno di fatto dato una risposta ufficiale. I dati, estremamente parziali, parlano di una perdita strutturale di 100 posti lavoro dal 2010 al 2011 e di un ricorso agli ammortizzatori sociali da parte di cinque imprese, per un totale di 634 dipendenti interessati (quattro in meno rispetto al 2010). Nel 2011, ogni lavoratore ha fatto ricorso agli ammortizzatori per un totale di 279 ore procapite, con una media mensile di 27,90 ore a lavoratore. L’anno precedente la situazione non era molto peggiore: la media annua per dipendente di ricorso al Cig o alla solidarietà è stata di 320 ore (una media procapite mensile di 26,72 ore). “I dati sono ancora parziali – ha dichiarato Giuliano Gallanti al margine dell’incontro – ma indicano la volontà precisa delle parti sociali, e degli enti locali coinvolti, di collaborare per definire gli interventi unitari sui temi della sostenibilità occupazionale e della organizzazione gestionale dello scalo. Al prossimo incontro avremo un quadro sicuramente più definito e potremo cominciare a parlare seriamente dei problemi di questo scalo”.