• 6 Dicembre 2024 06:07

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Il Senato licenzia la riforma portuale

Perplessità sulla scarsa autonomia finanziaria alle Ap

 

“Il massimo risultato ottenibile nelle condizioni date”. Il giudizio della senatrice Roberta Pinotti (PD) sulla “riforma dei porti” approvata ieri in Senato evidenzia il carattere “transitorio” delle modifiche apportate alla legge 84/94, destinata a fare i conti, già dal 2013, con le nuove direttive europee.

Nondimeno, la revisione delle norme relative alla portualità italiane, che ora passeranno al vaglio della Camera, rappresentano, dopo un percorso quasi decennale, un passo in avanti per il settore.

Ne è convinto, ad esempio, il vice ministro Ciaccia che in aula ha sottolineato l’attenzione del governo per un comparto “in grado di rappresentare un reale contributo all’incremento del nostro Pil”.

Il provvedimento, in particolare, interviene sulla gestione, rafforzando i poteri delle Autorità portuali; semplifica le procedure per l’approvazione del piano regolatore portuale e per il dragaggio dei fondali; modifica il regime delle concessioni per favorire gli investimenti privati; prevede la costituzione di sistemi logistico-portuali e istituisce un fondo di finanziamento delle connessioni intermodali.

Nelle dichiarazioni di voto finale sono stati sottolineati gli aspetti positivi e i limiti della riforma. Tra questi ultimi soprattutto la scarsa autonomia finanziaria concessa alle Ap con la conferma del tetto dell’1% dell’Iva previsto dal Decreto Sviluppo.