• 27 Luglio 2024 07:18

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Fiom non firma l’accordo Fincantieri

Preoccupa il destino di Castellammare di Stabia. Spaccatura con gli altri sindacati

 

La Fiom-Cgil  non ha condiviso e non ha sottoscritto l’accordo firmato martedì  21 dicembre 2011, presso il ministero del Lavoro, tra la Direzione del gruppo Fincantieri, Fim, Uilm, Ugl e Failms, relativo alla riorganizzazione aziendale.

“L’accordo – spiega il sindacato guidato da Landini –  prevede un taglio del personale complessivo di 1.243 lavoratrici e lavoratori, per effetto del piano presentato dall’Azienda, efficace in tutti i cantieri e sedi, a fronte di un progetto industriale insufficiente, che non contiene iniziative e investimenti adeguati ad affrontare e superare la crisi e a determinare la salvaguardia e il rilancio del Gruppo. Un piano del tutto simile a quello presentato dalla Direzione e successivamente ritirato nel giugno scorso, grazie alle lotte dei lavoratori”.

In particolare, desta preoccupazione il destino dei cantieri di Castellammare e Sestri Ponente per i quali “pur non essendo esplicitamente prevista la chiusura, c’è il disimpegno totale da parte di Fincantieri”.

A peggiorare la situazione anche la recente riforma delle pensioni che, tra i lavoratori dichiarati in esubero, permetterebbe un uscita dal lavoro non traumatico per poco più di 200 operai. “Per il resto dei lavoratori è prevista la Cassa integrazione a zero ore, senza ulteriore integrazione salariale rispetto a quelle già precedentemente previste, con la certezza di non poter rientrare più al proprio posto di lavoro”.

In questo contesto la Fiom “deciderà le iniziative da intraprendere per scongiurare il pericolo che questo accordo possa determinare un progressivo ridimensionamento e la definitiva cancellazione di una delle aziende più importanti del paese”.

Di avviso opposto il segretario nazionale della Uilm, Mario Ghini: “Non è un semplice accordo – ha dichiarato – che si basa esclusivamente su applicazione di ammortizzatori sociali come la Cigs e la mobilità volontaria, ma di un vero e proprio piano che guarda al futuro industriale ed occupazionale. Infatti i 50 milioni di euro investiti dalla società cantieristica nell’anno in corso e gli altri 102 previsti per il prossimo biennio. Il Gruppo nel piano di riorganizzazione in questione ci mette risorse fresche e rafforza la propria struttura in settori come quello dell’ingegneria , della ricerca e sviluppo, del ‘post vendita’. Siamo soddisfatti dell’intesa sottoscritta”.