• 4 Novembre 2024 13:14

Seareporter.it

Quotidiano specializzato in politica dei trasporti marittimi

Discoteca in danger zone
Terminal Napoli balla da solo

L’attività di the Terminal 8 in una zona “obiettivo sensibile”

 

Napoli. A partire dal 2004, con l’introduzione del Codice ISPS (codice per la sicurezza della nave e degli impianti portuali), il concetto di security ha modificato a fondo l’organizzazione degli spazi portuali. La necessità di garantire “sicurezza” contro eventuali azioni di terrorismo, sabotaggio, pirateria e dirottamenti, ha ridisegnato le tradizionali aree di accesso con una conseguenza paradossale. Più si sviluppa la tendenza ad abbattere il diaframma tra porti e città, attraverso la ridefinizione dei waterfront in un’ottica di condivisione di aree prima precluse dalle cinte doganali, più aumentano sbarramenti, sorveglianza elettronica, limitazioni alla circolazione nelle zone operative.

Un percorso, favorito anche dal graduale processo di “privatizzazione” delle attività portuali, che si è registrato in questi anni anche a Napoli. E che nello storico edificio della Stazione Marittima evidenzia i suoi effetti più contraddittori.

Ad un cittadino napoletano in vena di passeggiate al molo Angioino, ad esempio, sarà impedito, durante la giornata, di proseguire fino alla banchina. Una sbarra e i controlli del personale di sorveglianza non permetteranno di proseguire in quella che, a ragione, è stata individuata come un’area sensibile per la sicurezza (è qui che attraccano le grandi navi da crociera e si effettuano le operazioni di sbarco/imbarco di passeggeri e bagagli).

Quello stesso cittadino potrà invece tranquillamente accedervi di sera. O meglio, in alcune sere del fine settimana. E solo nel caso si tratti di un ballerino provetto.

È partita, infatti, alquanto in sordina, l’attività della discoteca prevista nel progetto della Galleria del Mare, lo shopping center gestito da Terminal Napoli spa. Senza eccessiva pubblicità, la “sorpresa” annunciata tempo fa da Nicola Coccia come l’asso nella manica per il rilancio delle attività del centro commerciale sta muovendo i suoi primi passi concreti.

I motivi del riserbo sull’apertura del “night club e di un ristorante”, che nelle parole del POT del porto di Napoli 2011/13, avrebbero la funzione di “favorire sia l’afflusso dei turisti, sia dei cittadini napoletani stessi”, non è chiara. Qualche scarna notizia, per chi non frequenta direttamente le piste o non è addentro ai segreti del passaparola, la si può ricavare da questi due video (n.1,n.2): The Terminal 8, questo il nome, è un club da 1.400-1.500 persone, aperto dal giovedi alla domenica, con serate a tema, parcheggi, privè e “comodissimo da raggiungere”.    

Un’iniziativa ragguardevole, per un investimento che si aggira sul milione di euro (a quanto pare i lavori sono partiti ancor prima di ottenere tutti i pareri necessari), che comincia però a suscitare perplessità, a cominciare da chi giornalmente deve garantire la sicurezza dell’area. “E’ una situazione strana – spiegano alcuni addetti che preferiscono rimanere nell’anonimato – può capitarti di veder passare la stessa persona che hai bloccato alcune ore prima. Solo che non puoi intervenire: quello che era un potenziale pericolo dopo una certa ora non lo è più”.  

In effetti, giudicando la severità con cui è gestito il traffico di mezzi e persone nel tunnel della Stazione Marittima nel corso della settimana, qualche dubbio, sulla razionalità della cosa, è lecito. A partire dai giovedi sera in cui sono organizzate le varie serate e fino alla domenica, l’unico filtro è quello antistante la struttura. Ma si tratta delle tipiche procedure che si volgono all’esterno dei locali: controllo degli inviti, “selezione” delle entrate, Pr. Superato l’ostacolo si ha via libera, per l’intera notte, in una zona normalmente vietata al transito e considerata, a rigor di logica, “obiettivo sensibile”.

Senza contare i problemi che nascono dalla gestione di un numero così grande di persone: “nel caso di disordini – continuano gli operatori alla sicurezza – come dovremmo comportarci? Noi non siamo autorizzati e preparati a fornire un servizio d’ordine”.

Interrogativi legittimi, alimentati anche dall’uso dell’area parcheggi destinata, di giorno, agli operatori della Galleria del Mare e messa, di notte, a disposizione dei clienti di The Terminal, che chiamano in causa non solo i limiti entro cui dovrebbe essere gestita la concessione di un bene pubblico ma anche la funzione di controllo che dovrebbe esercitare l’Autorità portuale (per colmo di ironia l’alloggio destinato al presidente Luciano Dassatti rientra proprio nella zona in questione).

Domande, sull’amministrazione complessiva dell’area da parte di Terminal Napoli (già al centro di polemiche nei mesi precedenti), cui, si spera, non si risponda puntando il dito, come di moda ultimamente, contro chi “rema contro”.

Produrre ricchezza, ancorchè con una discoteca, è un obiettivo da favorire in tutti i modi. Ma mai a discapito della trasparenza e del rispetto delle regole.  (Prima Puntata)

I commenti sono chiusi.