• 9 Maggio 2024 15:34

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Bocciato il concordato. Paura per il fattore tempo

 

Il tribunale di Torre Annunziata ha dichiarato il fallimento della Deiulemar. Massimo Palescandolo, presidente della Sezione Fallimentare, ha dunque accolto l’istanza presentata da sette creditori della compagnia mettendo la parola fine all’ipotesi avanzata dalla società su un concordato preventivo al 52%.

La decisione, in attesa delle motivazioni, riapre una partita che da un lato vede coinvolte circa 13 mila famiglie di Torre del Greco e dall’altro il Gruppo fondato oltre quarant’anni fa dalle famiglie Lembo, Della Gatta e Iuliano che ha registrato un’esposizione debitoria superiore agli 850 milioni di euro, in gran parte dovuta all’emissione di “obbligazioni parallele”.

La sentenza, che prevede la nomina di tre curatori fallimentari, permetterà, ad ogni modo, la possibilità di far rientrare nella disponibilità dei beni a disposizione dei creditori tutte le operazioni economiche e finanziarie di un complesso sistema di partecipazioni, spesso localizzato in paradisi fiscali.

Una condizione favorevole rispetto al concordato (qualora accettato avrebbe coinvolto solo i beni indicati dagli armatori) che però riserva un’altra faccia della medaglia: il fattore tempo.

È questa infatti la maggior preoccupazione degli obbligazionisti. Nell’accogliere la notizia il timore principale di chi ha spesso affidato alla Deiulemar i risparmi di una vita e buona parte dei progetti per il futuro è quello di un allungamento indiscriminato del periodo di rimborso fino a 10 – 15 anni. Tanto che, nei vari forum, si consiglia addirittura per i più anziani di produrre un atto notorio, con la ricostruzione del rapporto con la compagnia, in modo da poter garantire almeno i diritti degli eredi.

Idea che potrebbe far indulgere al sorriso. Di certo, il sintomo di una forte sfiducia nei confronti di un sistema che già con il fallimento della Dimaiolines (2 dicembre 2010, 40 milioni sottratti agli investitori) ha dimostrato l’incapacità di difendere i diritti del cittadino.