• 6 Dicembre 2024 05:53

Seareporter.it

Quotidiano specializzato in politica dei trasporti marittimi

Domani approvazione per The Connecting Europe Facility

 

Sarà approvata domani durante il Consiglio Ue dei Trasporti l’iniziativa “The Connecting Europe Facility”/CEF, che rappresenterà l’ossatura finanziaria delle Reti Transeuropee dei trasporti, delle telecomunicazioni e dell’energia nel periodo 2014-2021 e che potrebbe essere dotata nel solo settore del trasporto di 31,7 miliardi di euro.

Nell’elenco ristretto dei 10 Corridoi considerati prioritari dall’Ue, saranno inseriti sia il cosiddetto Corridoio Mediterraneo (“erede” nel nome del Corridoio V, dalla Francia verso Slovenia, Ungheria e Ucraina) sia il Corridoio Baltico-Adriatico, che si incroceranno nelle infrastrutture ferroviarie di Cervignano.

“Si sta per materializzare un grande successo, un risultato che potrà segnare il futuro del Friuli Venezia Giulia”, ha commentato l’assessore regionale ai Trasporti Riccardi, che ha ricordato come nel progetto siano coinvolte 19 regioni di 5 Paesi diversi.  “L’Adriatico Baltico – ha spiegato – mette insieme un pezzo di Ue grazie a una rete che collega l’alto Adriatico all’Europa centrale attraversando le Alpi”.

Già previsto nelle precedenti programmazioni comunitarie da porti polacchi di Gdansk e Gdynia sino a Vienna, ora il Baltico-Adriatico parte da Helsinki e dagli scali marittimi dei Paesi Baltici (Tallinn, Estonia; Riga, Lettonia; Klaipeda, Lituania), attraversa Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia ed Austria e da Tarvisio scende verso Udine e Cervignano. Raggiunge quindi Venezia e Ravenna (possibile una sua estensione sino ad Ancona) ma da Cervignano, verso l’Alto Adriatico, si connette ai porti di Trieste, Monfalcone e Porto Nogaro, come proposto dall’Italia. Trieste e il suo sistema, dunque, sono identificati “come sbocchi portuali naturali altoadriatici del Corridoio, assieme a Venezia, Ravenna e Capodistria (Slovenia), e divengono punti conclusivi della diramazione ferroviaria Udine-Cervignano”.

Sui progetti CEF l’Unione europea potrà intervenire finanziariamente sino al 40 per cento delle tratte transfrontaliere, dal 20 al 30 per cento sulle tratte, interne agli Stati, ritenute “colli di bottiglia” della linea, e per il 50 per cento sugli studi.

I commenti sono chiusi.