• 29 Aprile 2024 00:43

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Coisp Napoli, no alla chiusura delle Squadre Nautiche della Polizia

“Con l’imminente chiusura delle Squadre Nautiche della Polizia di stato si vuol far passare il messaggio dell’inutilità di questa specialità che assicura, con la sua attività, un’adeguata azione di prevenzione e contrasto delle attività illecite in mare a tutela dell’Ordine e della Sicurezza Pubblica”. È la denuncia che arriva dal sindacato della Polizia di Stato che considera il provvedimento “un regalo a chi normalmente delinque, a scapito della sicurezza di tutti i cittadini onesti di questo paese”. Il Coisp sottolinea, in particolare, le attività di polizia giudiziaria e pubblica sicurezza assicurate dalla Squadre Nautiche in un porto come quello di Napoli caratterizzato da un traffico passeggeri di milioni di persone l’anno. Senza dimenticare i servizi effettuati in ambito SAR (Search and Rescue), a salvaguardia della vita in mare, e il supporto garantito agli operatori turistici dei Circoli nautici e ai Commissariati di Pubblica Sicurezza di Ischia e Capri negli orari serali e notturni.
Un’eventuale soppressione di questa specialità, ha sottolineato il segretario generale provinciale del Coisp, Giulio Catougno, in una lettera al ministro dell’Interno dello scorso dicembre, “demanderebbe  alle motovedette della Capitaneria di Porto e della Guardia di Finanza  tale incombenza”. “Detto compito per  la prima risulterebbe improbabile in quanto assolve a funzioni di polizia giudiziaria, prevenzione e repressione solo di determinate violazioni; per la seconda problematica perché sarebbe distratta dalla sua competenza  istituzionale primaria  legata alle materie economiche e finanziarie”. Inoltre, l’Ordine Pubblico sarebbe affidato di fatto a due corpi militari, “cosa contraria a tutti i principi sui quali si basa un paese democratico quale il nostro, che prevede sia la Polizia di Stato, in quanto forza di polizia civile, l’unica ad avere  la gestione dell’Ordine e della Sicurezza Pubblica”.  “A fronte di un finto risparmio – conclude la comunicazione –  è giusto sacrificare così tanti servizi per il cittadino?”