• 6 Dicembre 2024 05:16

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Apulian Ports. Razionalizzare la filiera dei controlli sanitari nei porti

Minervini: “Abbattere i tempi delle analisi”

 

“Ci sono merci che potrebbero approdare nei nostri porti ma che gli spedizionieri preferiscono sbarcare in scali più vicini ai luoghi in cui ci sono laboratori accreditati per i controlli sanitari. Per poi magari tornare sui nostri mercati attraverso le autostrade. Noi dobbiamo intercettare questi traffici e fare in modo che il nostro sistema funzioni”. Questo il problema discusso dagli assessori regionali pugliesi alla mobilità Guglielmo Minervini e alla salute Ettore Attolini nel corso di un incontro con il direttore dell’Arpa Giorgio Assennato e i responsabili degli uffici di sanità marittima, aerea e di frontiera (USMAF), autorizzati a rilasciare il “Nulla osta all’importazione di alimenti d’origine non animale o altra merce”.

La questione, sollevata da Apulian Ports, la neo associazione delle tre autorità portuali pugliesi, rischia di incidere fortemente sulla competitività degli scali. Due esempi tra i tanti: per alcuni residui di fitofarmaci  i campioni di alimenti che sbarcano a Taranto vengono inviati a Teramo dove si dovrà attendere 15 giorni per conoscere i risultati; per le indagini sui metalli pesanti alcune merci sono inviate a Varese e vanno via fino a 30 giorni.

Al momento dell’ingresso nel territorio nazionale (nei porti, aeroporti e dogane interne) tutte le partite di merci di interesse sanitario, ivi compresi gli alimenti di origine non animale destinati al consumo umano, provenienti da Paesi extra-europei, devono essere sottoposte ad un controllo igienico-sanitario a cura dell’USMAF, struttura direttamente dipendente dal Ministero della Salute.

Il personale tecnico dell’USMAF, presa visione della documentazione d’origine che deve necessariamente accompagnare ogni importazione, effettua controlli sanitari (documentali, ispettivi e/o analitici) volti ad evitare che prodotti contaminati, adulterati, tossici o comunque non rispondenti alle normative sanitarie vigenti, possano essere commercializzati in Italia e negli altri Paesi dell’Ue.

Al termine di tali controlli l’USMAF, verificata la non pericolosità della merce, rilascia il Nulla Osta all’importazione, documento che ne permetterà l’introduzione nel territorio comunitario.
Se invece dovesse risultare un’accertata pericolosità per la salute pubblica, tali merci saranno dichiarate non-ammissibili all’importazione, e della notizia verranno contestualmente informati, attraverso i competenti uffici centrali del Ministero, gli altri USMAF e tutti gli Stati membri dell’U.E.

“La variabile tempo – conclude Minervini – non è indipendente per questo genere di controlli. Abbattere i tempi e aumentare le prove accreditate nei laboratori dell’Arpa o dell’istituto zooprofilattico di Foggia alzerebbe il livello di competitività dei nostri porti, abbattendo i costi per gli importatori. Per questo all’incontro di questa mattina seguirà un tavolo tecnico tra le Autorità portuali e gli operatori e l’Arpa, per verificare fattispecie di contaminanti che entro l’autunno potranno essere accreditate nei nostri centri regionali”.