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Angrisano, più presenza degli armatori nel welfare del mare

DiGiovanni Grande

Ott 28, 2013

L’ammiraglio al Convegno Nazionale dell’Apostolato del Mare a Salerno

La regola 4.4 della nuova convenzione sul lavoro marittimo per l’accesso alle strutture sociali di assistenza a terra rappresenta un buon punto di inizio. “Ma avere a disposizione delle strutture che poi non possono essere usate adoperate equivale a un inganno” ammonisce Don Natale Ioculano dell’Ufficio Nazionale per l’apostolato del Mare. L’esortazione a declinare un welfare più in linea con le esigenze della persona arriva da Salerno dove si è svolto il convegno nazionale “Marittimi, bisogni e strutture. Al centro la persona”. Un appuntamento in cui si è discusso delle novità della Convenzione Ilo 2006 e delle conseguenze sull’attività e il futuro del welfare sussidiario offerto dalle Stella Maris presenti nei porti italiani. Ospite nella sezione “Un porto a misura di Welfare” l’ammiraglio Felice Angrisano, comandante Generale del Corpo della Capitanerie di corpo, ha aggiornato al casistica dei marittimi abbandonati sulle banchine della penisola: ben 851, appartenenti a 48 equipaggi, di cui 13 reimbarcati e cinque ancora attivi a bordo. Numeri importanti, situazioni che riguardano indipendentemente navi vecchie e nuove (le unità coinvolte vanno dal 1969 al 2012); e chiamano in causa un approccio diverso nei confronti della persona e nuove normative di sicurezza. “Una sicurezza – ha sottolineato Angrisano – come offerta di dignità per i marittimi che si trovano in terra straniera”. È qui che l’Ammiraglio ha chiamato in causa anche le società armatoriali, vero e proprio punto di riferimento del lavoro marittimo, esortandole a fare di più, a garantire sulla terraferma le migliori condizioni operative per i loro equipaggi. “Ad impegnarsi, ad esempio, per un impianto normativo che preveda per le navi che abbiano superato una certa età il versamento in anticipo all’agente marittimo delle spese per il rimpatrio dell’equipaggio”. Una soluzione pratica che insieme alla riduzione dei tempi giudiziari delle vendite delle navi abbandonate potrebbe alleviare e non poco le pene degli abbandonati del mare.