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Slow steaming, aumentano i Teu sulle lunghe rotte

DiGiovanni Grande

Ott 30, 2013

Lenta navigazione e maggiori soste nei porti, assorbiti 1,27 milioni di teu dal 2009

Rallentare il passo piace al trasporto marittimo internazionale. Introdotto quasi per caso come misura empirica per fronteggiare l’aumento del prezzo del carburante iniziato a metà degli anni zero, lo “slow steaming”, ovvero l’abbassamento della velocità di crociera delle grandi navi portacontainer, si è rivelata una scelta obbligata. Dal disegno delle carene per le nuove unità da 18mila teu alla progettazione dei motori, dalla programmazione di soste più lunghe nei porti alle questioni ambientali, le strategie dello shipping non possono più trascurare il paradigma della “lenta navigazione”. Con conseguenze anche sull’impiego della flotta mondiale che tendera a essere meno numerosa ma più capiente. A confermarlo anche i dati pubblicati da Alphaliner sull’assorbimento del naviglio seguito all’allungamento progressivo delle rotazioni e delle fermate nei porti. Secondo l’analista nel periodo 2009-13 la capacità container assimilata sulle rotte più lunghe ha raggiunto 1,27 milioni di teu mentre nei soli ultimi 12 mesi le ulteriori diminuzioni di velocità avrebbero contribuito per ulteriori 260 mila teu, pari al 7,4% della flotta totale (6,2% nell’anno precedente). A partire dal 2008, ricorda Alphaliner, si sono susseguite ondate di riduzione della velocità via via più ampie. Dai 28 nodi del 2007, anno in cui Maersk inaugurò la “strategia della lentezza”, si è arrivati ai meno 18 nodi del cosiddetto “extra slow steaming”, approccio che sta riscuotendo grande successo sulla direttrice Asia – Europa. “La durata media della rotazione Far East è aumentata da 8 settimane nel 2006 a 9 nel 2009. L’applicazione dell’extra slow steaming nel 2009 e del super slow steaming nel 2012 ha portato il numero delle settimane a 11 ma le compagnie continuano a ricercare ulteriori riduzioni di costi attraverso minori velocità”, spiega il report. Stesso discorso anche per la direttrice Far East – Mediterraneo dove la durata media è salita a 10 settimane rispetto alle 7 del 2006.