• 27 Luglio 2024 07:50

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Respingimenti. La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo condanna l’Italia

Jolles: “Ancora nessuna rinuncia formale a questa pratica”

 

La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo ha condannato oggi l’Italia per aver violato la Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo nel 2009 intercettando e rinviando in Libia un gruppo di cittadini somali ed eritrei senza esaminare le loro necessità di protezione.

“Questa sentenza costituisce un’importante indicazione per gli stati europei circa la regolamentazione delle misure di controllo delle frontiere e intercettazione” ha affermato Laurens Jolles, il Rappresentante dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) per il sud Europa “ci auguriamo che rappresenti un punto di svolta per ciò che riguarda le responsabilità degli Stati e la gestione dei flussi migratori”.

Appellandosi al principio del “non respingimento” (non-refoulement) l’organizzazione Onu ha ribadito “l’obbligo dell’Italia di non rinviare forzatamente le persone in paesi dove potrebbero essere a rischio di persecuzione o di subire un danno grave”. Nell’ambito della propria esposizione alla Corte, l’UNHCR ha sottolineato che data la prevalente situazione in Libia in quel momento, la politica italiana dei respingimenti “minava l’accesso all’asilo e violava il fondamentale principio del non respingimento che si applica in qualsiasi luogo gli stati esercitino giurisdizione sulle persone, anche in alto mare”. 

L’Alto Commissariato ha espresso inoltre preoccupazione per la riattivazione del trattato bilaterale Italia – Libia “senza rinunciare formalmente alla pratica dei respingimenti che è il risultato di tale accordo”. “Ci auguriamo che questa sentenza rappresenti un motivo di riflessione che porti ad un segnale di discontinuità da parte del Governo italiano”, ha concluso Jolles.