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Pirateria, si alle guardie private

DiGiovanni Grande

Ott 24, 2013

Firmata la Circolare attuativa che autorizza le guardie giurate particolari

Il ruolo delle Marine militari è stato essenziale nel contrasto agli atti di pirateria al largo della Somalia. “La loro presenza assicura che i pirati non operino nell’impunità come è accaduto in precedenza”, spiega Pottengal Mukundan, il direttore dell’International Maritime Bureau, l’ente che monitora il fenomeno a livello mondiale. La diminuzione degli attacchi registrata nei primi nove mesi del 2013 – 10 rispetto ai 70 del 2012 – lo dimostra. E vede tra i protagonisti l’Italia. Dal  novembre 2011, anno in cui è stata autorizzata la presenza di personale militare a bordo delle navi, i Nuclei militari di Protezione (NMP) hanno protetto circa 245 viaggi nell’Oceano Indiano. Senza contare le missioni Ue (Atalanta) e Nato (Ocean Shield) che vedono impegnate unità della nostra flotta già dal 2008. Ma l’area da controllare è vasta e nonostante l’impegno restano rilevanti rotte scoperte. Da qui la necessità sottolineata più volte da Confitarma di poter imbarcare a bordo personale privato armato nei casi in cui la Marina non sia in grado di soddisfare le richieste degli armatori. Esigenza, resa stringente anche dalle complicazioni diplomatiche emerse dalla vicenda dei due marò trattenuti in India, che sarà soddisfatta dall’entrata in vigore dal 19 ottobre della Circolare attuativa del Decreto del ministero dell’Interno n.266 del 28 dicembre 2012 (Regolamento recante l’impiego di guardie giurate a bordo delle navi mercantili battenti bandiera italiana, che transitano in acque internazionali a rischio pirateria). L’atto mette fine a un lungo iter iniziato nel luglio 2011 con la pubblicazione del decreto legge n.107 del 1° settembre 2011, convertito nella legge n.130 del 2 agosto 2011, definendo il tassello mancante della disciplina delle procedure, della modulistica necessaria e delle indicazioni per l’approvazione del Regolamento degli Istituti di vigilanza privata che svolgono servizi di protezione del naviglio mercantile. Frutto del confronto in seno a un tavolo tecnico tra Difesa, Infrastrutture, Confitarma e associazioni datoriali della vigilanza privata la Circolare armonizza la materia della sicurezza pubblica nazionale con le esigenze operative delle navi di bandiera italiana nel contesto internazionale ove i servizi di protezione privata verranno forniti. E rassicura le aziende del settore, alle prese con le conseguenze della crisi, che si erano viste soffiare lo scorso agosto la prima autorizzazione ad operare su un mercantile italiano (Pan Uno della  società partenopea Augustea Atlantica) dalla londinese Tiskel Services LDT. Il mercato della sicurezza privata marittima, d’altro canto, con le difficoltà crescenti degli Stati a finanziare gli impegni militari, sembra riservare buone prospettive. Anche perché, a fronte di un ridimensionamento del fenomeno, la pirateria, come emerge dagli ultimi dati IMB (188 attacchi nel 2013, 10 navi sequestrate, 266 marinai in ostaggio), continua ad operare trovando nel golfo di Guinea il suo nuovo epicentro.