• 5 Maggio 2025 18:08

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Nave “Corona Boreale”. Bellomo replica : Non ci risulta che il disarmo sia stato autorizzato dalla Capitaneria di Porto


Apprendiamo che ADI Servizi Marittimi in AS ha diffuso alla stampa una replica al comunicato dell’1 Maggio dell’Unione Marittimi.


1) In detta nota si legge che “Il disarmo è un atto dovuto, derivante dalla scadenza delle certificazioni di classe dello spintore”. Si tratta di un’affermazione che suscita non poche perplessità e per nulla condivisibile, considerato che dalla scadenza dalla certificazione di classe non discende che la nave debba essere automaticamente posta in disarmo. Infatti, non ci risulta che gli armatori mettano in disarmo le loro navi ogni qual volta scada la certificazione di classe. Non si tratta, pertanto, assolutamente di un atto dovuto, ma di una scelta aziendale, non obbligata, per giunta assunta nel contesto di una procedura di amministrazione straordinaria.

2) Non ci risulta che il disarmo sia stato autorizzato dalla Capitaneria di Porto. D’altronde per poter essere posta in disarmo occorre che, dapprima, la nave venga messa in sicurezza. Orbene, non ci non risulta che il RINA abbia mai autorizzato alcun piano di disarmo. Non ci risulta che siano stati comunicati al comando della nave le tabelle minime di sicurezza, né che sia stato predisposto un apposito servizio di guardiana o che siano state comunicate le modalità per il suo espletamento. D’altronde se l’ADI afferma che per poter ottenere la certificazione occorra eseguire lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria di diversi milioni di euro ci chiediamo se effettivamente la nave risulti posta in sicurezza onde prevenire possibili inquinamenti o danni ambientali. In ogni modo, la nostra Associazione non esiterà ad effettuare quanto necessario, anche agendo in via legale, al fine di accertare se siano state osservate tutte le norme sulla sicurezza e se siano state concesse le autorizzazioni previste dalla normativa vigente.

3) In merito ai lavori di manutenzione che a dire dell’ADI ammonterebbero a diversi milioni di euro. Ci chiediamo come e da quali società sia stata affidata la stima dai danni e se dette società versino o meno una posizione di conflitto di interessi. Ci chiediamo a quale società armatrice sia stata affidato il trasporto marittimo dei prodotti siderurgici dell’ILVA. Ci chiediamo quali sono i costi sostenuti dalla società ADI per noleggiare le navi che hanno preso il posto degli spintoni e delle barge facenti parte della flotta dell’ex ILVA. Da ultimo, non dobbiamo dimenticare che l’ILVA come, oggi, l’ADI (cui sembrerebbe sia stato rinnovato il contratto di affitto) è stata posta in amministrazione straordinaria e allora ci chiediamo se il Ministero ed i Commissari straordinari siano stati posti a conoscenza dello stato di abbandono e di degrado in cui per anni è stata lasciata la flotta navale dell’ILVA e se i medesimi sono a conoscenza del fatto che i dirigenti cui è stata affidata la gestione di detta flotta abbiamo preferito ricorrere ad altri Armatori per trasportare i prodotti dell’ILVA.

4) Nella nota, l’ADI afferma, altresì, che “Tali lavori erano già stati previsti sin dal 2023 dal Gestore precedente all’attuale Amministrazione”. In definiva si tenta di attribuire le responsabilità ai gestori precedenti eppure il Corona Australe e il Corona Boreale hanno navigato sino al mese di maggio 2024. 

5) Infine, riguardo all’affermazione per cui le Organizzazioni Sindacali confederali sarebbero state contestualmente informate del disarmo, evidenziando l’assenza di criticità occupazionali, si significa che attualmente molti marittimi imbacarti sulle navi dell’Ex ILVA risultano cancellati dai sindacati confederali ed hanno chiesto il supporto della nostra Associazione, posto che, per anni ed anni, detti sindacati si sono del tutto disinteressati delle loro problematiche, basti ricordare le numerose irregolarità riscontrate nella gestione del personale marittimo imbarcato sulle barge, di cui la nostra Associazione si sta occupando attraverso il proprio legale. Ebbene, nessuna comunicazione è pervenuta a questa Associazione sebbene l’azienda ci avesse manifestato la propria disponibilità ad incontrarci, salvo poi a comunicarci il rinvio – a tutto dire – “una volta cessati gli impegni connessi alla procedura di cessione degli asset aziendali del gruppo ADI SPA in AS attualmente in corso”. Alla nostra Associazione, invece, la circostanza che i marittimi della Corona Boreale siano sbarcati preoccupa parecchio. Chiarisca l’azienda come intenda reimpiegare i marittimi della Corona Boreale, su quali navi. Attualmente della flotta dell’ex Ilva risultano utilizzate solo la Ursa Major e la Ursa Minor, mentre le barge risultano ferme in porto. A tal riguardo, chiarisca l’azienda come intenda utilizzare le barge visto che più volte i suoi dirigenti hanno esternato l’intenzione di portarle al taglio.

La nostra Associazione, certamente, andrà avanti per la propria strada e rimarrà a fianco dei marittimi dell’ex ILVA onde salvaguardare e tutelare i loro diritti in tutte le sedi sia istituzionali sia giudiziarie.

 Il Presidente Unione Marittimi (C.l.C. Bellomo Vincenzo)