• 27 Luglio 2024 03:42

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Nautica. Abolita la tassa di stazionamento, diventa di possesso

Ucina: “Iniezione di fiducia per il settore”

 

Tassa di stazionamento trasformata in tassa di possesso e semplificazione per il noleggio occasionale con un tributo unico del 20%. Sono le principali novità contenute in un emendamento al decreto liberalizzazioni approvato ieri durante la seduta della 10° Commissione del Senato Industria, Commercio e Turismo.

“La liberalizzazione del noleggio occasionale – spiega il senatore Musso, tra gli estensori dell’emendamento – non trasformerà l’unità privata in commerciale e questo potrà semplificare le attività economiche generando occupazione senza alcun onere per lo Stato. La trasformazione, senza costi per l’erario, dell’imposta di stazionamento farà sì che la nuova tassazione sia legata alla proprietà dell’unità da diporto e non al suo stazionamento in un porto italiano scongiurando, in questo modo, il rischio della fuga di italiani e soprattutto stranieri dai nostri porti turistici verso quelli dei paesi limitrofi”.

Tra gli altri punti modificati, la rimodulazione degli importi dell’imposta per renderli meno impattanti per il comparto e l’esclusione della tassazione sulle unità di proprietà degli stranieri, per i natanti e per le unità delle imprese di noleggio e locazione. Rimangono confermati l’abbattimento del 50% per le unità a vela e quello per vetustà del 15%, 30%, 45% rispettivamente per unità di età superiore rispettivamente a 5, 10 e 15 anni.

“Pur perdurando un contesto economico assai difficile che non favorisce la ripresa del settore – ha affermato Anton Francesco Albertoni, Presidente di UCINA Confindustria Nautica – questo complesso di interventi rappresenta per tutti gli esponenti del cluster marittimo un’iniezione di fiducia in quanto sancisce un riconoscimento da parte del Governo dell’importanza dell’industria nautica e del contributo che essa può dare al paese anche in termini di indotto e occupazione”.

Un’indagine coordinata dall’Osservatorio Nautico Nazionale aveva evidenziato forti ripercussioni economiche ed occupazionali per l’intero comparto nautico qualora la tassa di stazionamento, così come inizialmente formulata, non fosse stata modificata.

Infatti, a fronte di un gettito, peraltro assai incerto, stimato in 200 milioni di euro, l’imposta ordinariamente concepita avrebbe rischiato di causare, complessivamente, un danno di almeno 1,5 miliardi di euro (tra riduzione delle entrate dirette dello stato derivanti dal turismo nautico, mancato indotto generato dai superyacht in transito e investimenti portuali a rischio), con una perdita di circa 9.000 posti di lavoro e un impatto diretto sulla cantieristica nazionale stimabile, in due anni, in una riduzione del 35% del mercato interno.

Questa la rimodulazione della tassa: 800 euro per le unità con scafo di lunghezza da 10,01 metri a 12 metri; 1.160 euro per le unità con scafo di lunghezza da 12,01 metri a 14 metri; 1.740 euro per le unità con scafo di lunghezza da 14,01 a 17 metri; 2.600 euro per le unità con scafo di lunghezza da 17,01 a 20 metri; 4.400 euro per le unità con scafo di lunghezza da 20,01 a 24 metri; 7.800 euro per le unità con scafo di lunghezza da 24,01 a 34 metri; 12.500 euro per le unità con scafo di lunghezza da 34,01 a 44 metri; 16.000 euro per le unità con scafo di lunghezza da 44,01 a 54 metri; 21.500 euro per le unità con scafo di lunghezza da 54,01 a 64 metri; 25.000 euro per le unità con scafo di lunghezza superiore a 64 metri.