• 4 Ottobre 2024 07:07

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Confitarma: “soluzione politica, avanti con la normativa”

 

E’ arrivata nel pomeriggio di ieri, direttamente dal ministro degli esteri Giulio Terzi, impegnato in un tour in Estremo Oriente, la notizia della liberazione Enrico Ievoli, unità della Marnavi, sequestrata lo scorso 27 dicembre al largo delle coste dell’Oman.

La nave è già partita dalle coste della Somalia verso Gibuti, con a bordo militari italiani e i 18 uomini dell’equipaggio: sei italiani, cinque ucraini e sette indiani.

Al momento non si hanno ulteriori particolari sulla liberazione ma da parte dell’armatore è stato smentito il pagamento di un riscatto. “Stiamo tutti bene, è tutto sotto controllo. L’equipaggio sta benissimo”. Queste le prime parole del comandante Agostino Musumeci.

Terzi ha seguito direttamente l’ultima fase della liberazione da Jakarta esprimendo “grande soddisfazione per un esito positivo perseguito con tenacia, determinazione, e altissima professionalità da tutti i soggetti istituzionali coinvolti, ai quali va la mia più sentita riconoscenza”.

La vicenda della Enrico Ievoli, ha sottolineato il titolare della Farnesina, è stata in questi mesi al centro di un’ ampia azione diplomatica svolta anche nei confronti delle Autorità somale, alle quali è stato da parte italiana richiesto il massimo impegno affinché i nostri connazionali potessero tornare sani e salvi a casa.

“Questo caso – ha aggiunto Terzi – conferma ulteriormente la gravità della minaccia alla sicurezza rappresentata dal fenomeno della pirateria su cui l’Italia è impegnata per favorire la massima attenzione ed un sempre maggiore coordinamento nell’azione di contrasto da parte della comunità internazionale, sia sul piano bilaterale che attraverso i principali fori multilaterali, come avvenuto più di recente anche in ambito G8 e nel Consiglio NATO-Russia dove proprio l’Italia ha posto con enfasi la questione nell’agenda delle consultazioni tra gli alleati”.

Soddisfazione per la liberazione della nave è arrivata da Confitarma il cui presidente, Paolo d’Amico, ribadisce la necessità di una soluzione politica,  “con un’azione che vada a estirpare a terra le cause del fenomeno”. “Parimenti sottolineo – ha affermato d’Amico – l’esigenza di un rapido completamento dell’impianto normativo con il decreto regolamentare che dovrà consentire l’imbarco anche di team privati ove non fossero disponibili NMP e colgo l’occasione per esprimere l’apprezzamento dell’armamento italiano per l’impianto normativo previsto dalla legge n.130 del 2011 e per la proficua collaborazione avviata con la Difesa in merito all’imbarco dei Nuclei Militari di Protezione sulle navi mercantili italiane che dall’ottobre scorso ha evitato numerosi attacchi alle nostre unità”.