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L’ERA DEL CONTAINER
SHIPPING, LOGISTICA E GLOBALIZZAZIONE
Aponte: In italia bastano cinque porti

DiCatello Scotto Pagliara

Ott 31, 2011

Napoli. Nell’ambito delle celebrazioni del Bicentenario della Scuola napoletana d’Ingegneria si è tenuta nell’aula magna della facoltà una Lectio Magistralis del professor Ennio Cascetta su: “L’era del container: shipping, logistica e globalizzazione” con la partecipazione straordinaria del comandante Gianluigi Aponte, fondatore della Mediterranean Shipping Company (MSC). L’appuntamento ha preso il via con il saluto del Rettore dell’Università di Napoli Federico II, Massimo Marrelli e del Preside della Facoltà di Ingegneria, Piero Salatino, che hanno introdotto l’intervento di Ennio Cascetta, Ordinario di Pianificazione dei Trasporti presso la Facoltà di Ingegneria dell’Università Federico II. La Lectio ha tracciato a grandi linee la storia del container che nella sua semplicità 55 anni fa ha prodotto un cambiamento epocale nello shipping, il trasporto delle merci via mare, e ha contribuito fortemente allo sviluppo di quei fenomeni economici e sociali, oggi noti come globalizzazione, che hanno trasformato completamente l’economia e la vita quotidiana. L’adozione del container ha, infatti, comportato modifiche profonde delle navi, dei porti, dei mezzi di carico e scarico, del trasporto terrestre, dell’intera catena logistica, richiedendo l’impiego di ingenti capitali, di notevoli sforzi organizzativi e commerciali e una profonda riorganizzazione del lavoro. Ha richiesto visione imprenditoriale e comportato tensioni e scontri, anche aspri. Il container concept, di fatto, ha trasformato la movimentazione ed il trasporto delle merci via mare da una attività “artigianale” in un processo “industriale”, garantendo affidabilità, regolarità e sicurezza del trasporto su scala mondiale. Ad arricchire l’evento la quarantennale esperienza in materia di trasporto di container portata ai giovani studenti della facoltà dall’armatore sorrentino Gianluigi Aponte, a capo del gruppo MSC, attualmente il secondo operatore al mondo nel settore cargo, una multinazionale composta da 40.000 dipendenti e 420 uffici in tutto il mondo, dotata di una flotta di 452 navi da carico che toccano 306 porti nei 5 continenti. Soffermandosi sui temi della portualità italiana Aponte ha denunciato in particolar modo lo “scoordinamento” esistente nell’ambito decisionale tra il governo centrale e le Regioni: elemento che contribuisce alla dispersione degli investimenti. “Nel settore della logistica sia via mare o aerea – ha detto – ogni Regione costruisce i propri aeroporti, il proprio porto, senza nessuna logica: è sbagliato distribuire le risorse su 50 porti, perchè ne servirebbero 5-6 per gestire tutto il traffico italiano”. Essenziale in questa auspicata ridefinizione del sistema marittimo nazionale il ruolo assegnato agli interporti. “Bisognerebbe – ha spiegato Aponte – creare degli Interporti adeguati che potrebbero anche essere a 40-50 chilometri dal porto e magari equidistanti tra due città. Ma soprattutto diventerebbero dei centri di distribuzione, perchè il problema della distribuzione del contenuto dei milioni di container che girano il mondo sarà centrale nei prossimi anni”.