• 27 Luglio 2024 07:50

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Il tubo magico che inguaia Bottiglieri

La società napoletana accusata di “sversamenti illegali”

 

“Magic Pipe”. È il tubo che permette di bypassare il separatore delle acque di sentina, scaricando direttamente in mare oli e acque contaminate delle bulk carrier. Un marchingegno che secondo gli ufficiali della Guardia Costiera americana sarebbe stato presente a bordo della Bottiglieri Challenger, unità della compagnia partenopea Giuseppe Bottiglieri Shipping Company Spa.

È quanto emerge da un procedimento avviato dal Dipartimento di Giustizia statunitense che vede accusati società armatoriale e il capo macchina della Challenger, nave costruita nel 2010, di sversamento illegale in mare e intralcio alla giustizia.

L’incriminazione si riferisce, in particolare, ad un’ispezione effettuata a bordo della nave il 25 gennaio, all’arrivo nel porto di Mobile, in Alabama. Secondo l’accusa, gli ufficiali della Guardia Costiera sarebbero stati ostacolati nel corso delle operazioni di verifica: gli uomini a bordo avrebbero rimosso il “magic pipe” presente a bordo prima dell’arrivo nel porto di Mobile oltre ad aver risciacquato uno dei serbatoi della nave. Gravi irregolarità sarebbero state riscontrate anche nella compilazione dell’“oil record book”, il registro obbligatorio in cui segnalare tutti gli sversamenti di olio esausto fuoribordo.

Nel caso di condanna, la Bottiglieri rischia pesanti sanzioni. Ma a preoccupare è il destino del capo macchina: l’intralcio alla giustizia negli Stati Uniti prevede pene fino a un massimo di venti anni.

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