• 19 Maggio 2024 04:46

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Gianluca Nobile, Direttore Tecnico di CIL ci spiega come promuovere una nuova rete di interconnessioni

Digitalizzazione, Cyber security ed intermodalità sembrano essere, con sempre maggiore impeto e peso, termini chiave della politica nazionale, rimarcati anche negli obiettivi prefissati dall’ormai noto Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Tre realtà che possono finire con il collidere perfettamente in una logica di efficientamento della filiera logistica.

Difatti, a titolo esemplificativo, è chiaro come il settore della logistica marittimo-portuale si confronti costantemente con il progresso tecnologico, mirando ad un’ottimizzazione dei tempi a beneficio dell’erogazione di un servizio sempre migliore, puntale ed efficiente. Elemento confermato in una recente intervista anche dall’ing. Gianluca Nobile, Direttore Tecnico di CIL impianti e costruzioni srl, società leader nel settore degli impianti tecnologici, dell’information technologies e delle telecomunicazioni.

La chiave di volta di questo processo di efficientamento sembra essere racchiusa nel cosiddetto “internet delle cose” (internet of thing)  che costituisce, tra l’altro, uno dei capisaldi della misura Industria 4.0. L’internet delle cose è capace di offrire nuove forme di interconnessioni ad alta velocità, dalla migliore tracciabilità di navi e delle merci – guardando ancora al settore marittimo –, fino al controllo delle emissioni inquinanti, per la manutenzione predittiva e a distanza, per garantire trasparenza e visibilità lungo la supply chain, oltre che per gli aspetti relativi alla sicurezza.

“L’internet delle cose – spiega l’ing. Nobile nell’intervista rilasciata ad Alis Channel – può promuovere una nuova rete di interconnessioni tra soggetti, uffici, Palazzi di Governo e tutti gli stakeholder ai vari livelli. Quindi non solo persone o edifici, ma anche mezzi di trasporto e merci. Ciò consentirà interazioni veloci, in tempo reale, facilitando anche gli scambi commerciali nonché delle informazioni, fin ora troppo rallentati da procedure e pratiche legate ad attività burocratiche. Si pensi ad esempio al fermo di una nave per lo sdoganamento delle merci. I tempi di immobilizzazione dell’unità si configurano come dei costi, anche ingenti, a carico dell’armatore. Andando a velocizzare il processo di scambio e di interconnessione, si potrà puntare a raggiungere davvero un buon livello di progresso economico”.

Un avanzamento tecnologico che miri dunque a supportare un tanto atteso processo di semplificazione delle procedure capace di condurre alla diminuzione dei tempi per attuare determinate operazioni, con la conseguenza diretta di poter avere anche un ulteriore beneficio in termini ambientali. Del resto, l’obiettivo dell’intermodalità è proprio questo: risparmiare sia in termini economici ma anche di impatto ambientale. Quest’ultimo è tra l’altro uno dei traguardi che lo shipping sta perseguendo da tempo (si pensi all’incentivo nazionale Marebonus che ha lo scopo di migliorare la catena intermodale e decongestionare la rete viaria attraverso il coinvolgimento diretto delle compagnie di navigazione che operano nei collegamenti marittimi classificabili come Autostrade del Mare) e che ricade anche nei punti del PNRR nel contesto della transizione ecologica.

Ma l’innovazione tecnologica ha necessariamente bisogno di un elemento di tutela e salvaguardia, rintracciabile nelle attività ricadenti nell’ambito della Cyber security. Infatti il rovescio della medaglia dell’indiscusso progresso tecnologico a cui stiamo assistendo è rappresentato dalla crescente esposizione delle organizzazioni agli attacchi informatici che sono ormai all’ordine del giorno e sempre più sofisticati. Questi attacchi non risparmiano nessuno ed anche la filiera logistica, ad ogni livello, è esposta. Il comparto logistico è, infatti, molto articolato e ricco di interazioni fra molteplici soggetti e società. Se uno degli attori fosse vittima di un attacco informatico o di un guasto potrebbe causare un effetto domino non voluto, mettendo in crisi diverse strutture. Da qui la necessità di tutelare le reti e i sistemi delle interconnessioni.

E per chi possa temere che il costante incremento della tecnologia nella vita di tutti i giorni possa portare alla sottrazione di posti di lavoro può tirare un sospiro di sollievo: “Mai come in questo momento – riprendendo ancora una volta le parole dell’ing. Nobile – si ha la necessità di poter disporre di personale qualificato e formato per l’implementazione e la gestione, anche in termini di sicurezza, delle infrastrutture digitali”.

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