• 29 Aprile 2024 16:58

Seareporter.it

Quotidiano specializzato in politica dei trasporti marittimi

Dragaggi, protocollo d’intesa per varare misure di urgenza

Iniziativa di Federazione del mare, Assoporti e Federagenti. Velo : “Ambiente sta rivedendo le linee guida”

L’impossibilità di effettuare regolarmente il dragaggio dei fondali sta provocando l’interramento di oltre la metà dei grandi porti commerciali italiani. Le conseguenze minacciano di essere disastrose in termini di occupazione, di ricchezza generata e di gettito  per lo Stato. Normative sedimentatesi negli anni, vincoli ambientali  sovradimensionati, equiparazione dei detriti e delle sabbie sui fondali ai rifiuti nocivi di terra e inserimento di alcuni fra i principali porti nella lista dei siti Sind, interamente da bonificare, hanno provocato lo stallo delle operazioni di dragaggio che in tutti i porti del mondo sono routine. Per i maggiori porti del Paese, le conseguenze sono disastrose specie in un momento in cui i traffici marittimi internazionali e non solo nel settore container vedono affermarsi l’utilizzo intensivo di navi di grandissime dimensioni che richiedono acque profonde per entrare e operare in porto. Federazione del mare, Assoporti  e Federagenti hanno deciso quindi di mobiiltarsi per accendere i riflettori sull’emergenza nazionale porti, prima che sia davvero troppo tardi. In un incontro promosso a Roma, presso la sede nazionale di Confcommercio, sul tema “Dragaggio dei porti: requisito essenziale per la competitività del sistema marittimo italiano”, i vertici delle tre organizzazioni hanno sottoscritto un protocollo di intesa che impegna il governo ad affrontare con provvedimenti di urgenza il problema dei dragaggi mettendo in particolare a punto una normativa uniforme e trasparente che sia valida e applicabile in tutti i porti del Paese. Questa dovrebbe tener conto da una parte degli enormi progressi scientifici nella catalogazione dei detriti, delle sabbie e dei fanghi sui fondali marini e dall’altra preveda una riperimetrazione delle aree Sin, i siti di interesse nazionale, che dovrebbero, sulla base delle misure amministrative in atto, essere integralmente bonificati quando invece esistono soluzioni pratiche di salvaguardia dell’ambiente che consentano ai porti di ospitare le navi. “Il Ministero dell’Ambiente è al lavoro per aggiornare le linee guida per le operazioni di dragaggio nelle aree portuali all’interno e all’esterno dei Siti di Interesse Nazionale”, ha annunciato Silvia Velo, Sottosegretario di Stato all’Ambiente, intervenendo all’incontro. “Per quanto riguarda le operazioni di dragaggio nei porti classificati non SIN, il Ministero dell’Ambiente ha redatto un regolamento in cui si definiscono le linee guida nazionali e che dovrà essere discusso, nelle prossime settimane, con le Regioni, anche al fine di apportare eventuali correzioni o miglioramenti. Per quanto riguarda, invece, i porti che insistono nelle aree SIN, il Ministero è al lavoro, di concerto col Mit, il Mise e il Mipaff, per predisporre un decreto che possa semplificare le procedure di approvazione e di esecuzione degli interventi e che dia la certezza dei parametri da rispettare, sia dal punto di vista ambientale, sia dal punto di vista della tutela della salute pubblica. Non appena sarà concluso questo lavoro – continua Velo – avvieremo un confronto con tutti i soggetti coinvolti per arrivare a un documento che sia il più condiviso possibile”. Sono convinta – ha concluso il Sottosegretario Silvia Velo – che lo sviluppo del sistema portuale sia una straordinaria opportunità per la crescita economica del nostro Paese, ma allo stesso tempo, una grande struttura ambientale. Sviluppare e accrescere il traffico marittimo, può rappresentare la chiave di volta per alleggerire quello su gomma, con dei benefici enormi per l’ambiente e per la salute, coniugando allo stesso tempo crescita e sostenibilità.