• 6 Maggio 2024 09:08

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Demolizione Concordia, Caldoro candida Napoli

Ma non tiene conto della posizione di Clini

Anche la Campania si siede (o cerca di farlo) al banchetto della Concordia. Lo smantellamento della nave naufragata al Giglio fa gola. E l’interesse manifestato fin dall’inizio dai porti di Piombino, Livorno e Civitavecchia conferma un semplice fatto: la “commessa”, per quantità e qualità degli interventi, è in grado di rilanciare l’economia di un territorio. In questa contesa – con tanto di polemiche per i finanziamenti concessi in extremis allo scalo di Piombino per adeguare le sue infrastrutture e con i dubbi di avere pronta in tempo utile una nuova banchina – cerca di inserirsi il presidente Caldoro. “Il sistema portuale della Campania – si legge in una manifestazione di disponibilità inviata al governo e alla protezione civile – dispone di infrastrutture per attività di navalmeccanica in perfetta efficienza, in grado di poter assolvere con operatività immediata ai compiti previsti per la demolizione della Costa Concordia”. Una vera e propria candidatura corredata di schede tecniche dell’Autorità portuale di Napoli relative sia al porto del capoluogo partenopeo sia a quello di Castellammare di Stabia.

Un tentativo di rilancio per strutture “pienamente in grado di poter ospitare le attività di demolizione della Costa Concordia” che sembrano non fare i conti con la determinazione fin qui mostrata dal suo omologo toscano (le operazioni – questo il ragionamento – vanno effettuate sul territorio che ha subito i maggiori danni) e con i recenti chiarimenti venuti dal ministero dell’Ambiente. “Il relitto della Concordia – ha spiegato il ministro Clini alle richieste venute dal presidente della Regione Lazio – è un rifiuto che va smantellato, recuperato e smaltito secondo le norme nazionali e le direttive europee in materia di rifiuti. A questo proposito la competenza è attribuita primariamente alla Regione Toscana”.