• 11 Ottobre 2024 08:24

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Assiterminal, la ricetta per riformare il sistema portuale

Assiterminal, associazione che riunisce i terminalisti italiani, è preoccupata per le condizioni del sistema portuale, afflitto, oltre ai tradizionali mali italiani come “alto costo del lavoro, duplicazioni burocratiche, incertezze normative e crediti alle imprese” da un “eccessivo incremento degli oneri, ad esempio aumento dei canoni concessori e delle tasse e dei diritti portuali”. Con un 2013 chiuso con un volume complessivo di tonnellate merci ancora inferiore rispetto al 2007, Assiterminal chiede l’adeguamento della legislazione nazionale. “Il gigantismo navale e la concentrazione fra gli operatori – spiega – comportano la necessità di nuovi importanti investimenti da parte delle società terminalistiche e scelte di programmazione delle opere pubbliche mai fatte fino ad ora, con un assetto normativo come quello della legge 84/94 che non si riesce ad adeguare alle esigenze del mercato. Il disegno di legge di riforma all’esame del Senato – continua – è peggiorativo rispetto all’esistente, presentando nuovi vincoli alla libertà e all’organizzazione del lavoro e con una evidente inadeguatezza dei regimi concessori per nuovi investimenti e per fine periodo”. tra le proposte avanzate da Assiterminal: certezza e ragionevolezza delle regole, ad iniziare dalla normativa fiscale (ad esempio facendo definitiva chiarezza sulla non imponibilità ICI /IMU sulle aree demaniali in concessione ai terminalisti portuali) alla sicurezza e security (guardie giurate, Sistri). Richieste anche sui termini di fine concessione e l’ammodernamento della normativa su appalti pubblici, unificazione e concentrazione temporale dei controlli sulle merci nei porti da parte delle amministrazioni pubbliche sull’esempio di quanto da anni in atto nei porti del Nord Europa.  

LE PROPOSTE DI ASSITERMINAL

BUONA AMMINISTRAZIONE E COSE DA FARE

1) Certezza, ragionevolezza e proporzionalità delle regole
Normativa fiscale
  Non imponibilità ICI/IMU su terreni demaniali, sinora applicata in modo discriminatorio sul territorio.
Aumentare la soglia compensazione crediti IVA con altri tributi e ridurre tempi di loro restituzione.
Non applicazione ai porti DM 154/2009 su servizi sicurezza sussidiaria (guardie giurate) e conferma normativa superiore in vigore
Ambientale e sicurezza
Adeguare Dlgs 272/99 in materia sicurezza lavoro
Escludere i porti di transhipment da normativa SISTRI e tutti da quella Seveso (direttiva 2012/18/UE)
Concessioni
Possibilità di ridefinizione termini concessioni per nuovi investimenti
Definizione delle modalità di fine concessione con tutela continuità di servizio
Normativa amministrativa/gestionale
Ridurre adempimenti e termini previsti per le varianti ai PRP;
Introdurre strumenti atti a contenere il contenzioso che caratterizza le gare d’appalto bandite dalle Autorità Portuali;
Attenuare, ove possibile in modo pragmatico, l’incidenza dei rigidi vincoli ambientali su determinate opere marittimo portuali.
2) Rispetto per imprese in attività e convenienza per nuovi investimenti pubblici e privati
No a nuove limitazioni alla libertà d’impresa e no ad imposizioni di modelli non efficienti.
Opposizione a due proposte di norme, inserite nel DDL n. 370 A.S. attualmente in discussione al Senato, concernenti rispettivamente: limitazioni alla libertà dell’impresa per operazioni portuali e alle sue scelte organizzative; limitazione alla possibilità di appaltare ad imprese autorizzate porzioni non preponderanti del ciclo delle operazioni portuali da parte del terminalista.
Mutuo mantenimento Impegni contrattuali privati e pubblici
Le imprese concessionarie sono naturalmente tenute al rispetto delle prescrizioni e pattuizioni inserite negli atti concessori, agli investimenti previsti nel programma di attività presentato e all’esecuzione di manutenzione dei beni pubblici avuti in concessione
Del pari l’autorità portuale concedente deve porre in essere secondo le scadenze stabilite gli apprestamenti ed opere previste nel Piano Regolatore Portuale e nei Piani Operativi Triennale, per permettere ai terminalisti di poter operare in condizioni di normalità
Impegni programmatori e valutazione redditività per interventi pubblici.
Applicazione DPR 3 agosto 2012, relativo agli investimenti in opere pubbliche, verificandone risultati, ritorni finanziari, grado di utilizzo e sintonia con quelle realizzate o realizzande dai privati.
Accelerare i tempi di messa a disposizione delle risorse statali stanziate.
3) Competitività del settore
Abbassamento costi
Riduzione delle accise sui carburanti utilizzati dalle imprese portuali, (similmente a quanto praticato da tempo in diversi Paesi UE nostri concorrenti).
Riduzione dei canoni, o almeno sospendere per un triennio ogni aumento dei canoni demaniali corrisposti dai terminalisti portuali e contenere il quantum delle relative fideiussioni.
Dare concreta effettività da parte delle Autorità portuali alla norma che consente la riduzione delle tasse e dei diritti portuali, a partire dal traffico di transhipment.
Riduzione graduale dell’Irap e riduzione, almeno temporanea, degli oneri previdenziali assistenziali e/o del prelievo fiscale a carico aziende e lavoratori.
Diminuzione burocrazia e semplificazioni
Introdurre semplificazioni e eliminare sovrapposizioni di competenze tra soggetti pubblici aventi compiti in ambito portuale. Affermare la potestà esclusiva dell’Autorità Portuale sui beni demaniali rientranti nella circoscrizione territoriale della medesima.
Dare concreta operatività alla funzione di coordinamento del Presidente dell’Autorità portuale (ex comma 3, lett. f), art. 8 L. 84/94) sulle attività svolte nel porto dalle varie Pubbliche Amministrazioni.
Realizzare la unificazione e concentrazione temporale dei controlli sulle merci nei porti da parte delle competenti pubbliche amministrazioni, nonché allineare quantitativamente detti controlli a quelli mediamente in atto nei principali porti del nord Europa. In particolare fissare obiettivi operativi alle Amministrazioni con compiti ispettivi su standard europei.
Semplificare l’iter dei progetti di dragaggio dei fondali delle acque portuali, nonché degli altri interventi riguardanti opere infrastrutturali portuali.
Rendere non necessaria per i terminalisti portuali la richiesta di autorizzazioni circa l’esecuzione di manutenzioni ordinarie sui manufatti e impianti.
4) Pianificazione, autonomia e governance
Si ravvisa la necessità di una visione complessiva nazionale coerente con gli orientamenti comunitari in tema di sviluppo della rete transeuropea dei trasporti e con i piani nazionali relativi ai trasporti, alle reti e alla mobilità, cofinanziati dall’Unione Europea; si auspica quindi un “piano nazionale dei porti” che sia in linea con questa visione e applichi strumenti di:
Pianificazione nazionale, che sia
Formalizzata e coerente con linee guida nazionali e europee, non solo marittime ma di reti e di nodi, proporzionata a reali esigenze di mercato e garante degli investimenti pubblici e privati.
Stabile, non immodificabile previo riesame condizioni di input o cambiamento mercato.
Autonomia delle amministrazioni pubbliche portuali, in un quadro di controlli di congruità e efficienza.
Governance sui porti, attraverso amministrazioni
competenti su ambiti dimensionali adeguati, costituite da soggetti accorpati o per funzionamento coordinato
finanziate adeguatamente (in autonomia e con coerenza alle linee nazionali, con meccanismi premianti efficienza, investimenti e non spese correnti)
responsabili (coordinamento con altre amministrazioni e con rappresentanza imprese portuali)
verificate (nei piani, nei risultati, nelle economicità delle scelte, nelle mutue relazioni su mercati simili, nella tutela e nel coordinamento investimenti pubblici anche oltre ambiti propri).
5) Ulteriore contributo del settore portuale per lo sviluppo dell’economia nazionale e dei territori
Valorizzare i seguenti punti chiave:
Miglioramento dell’efficienza dei collegamenti fisici e dei servizi tra porti, reti ed interporti (interventi su infrastrutture materiali -“ultimo miglio” – ed immateriali);
Investimenti in tecnologie come driver della differenziazione dei servizi offerti rispetto ai competitori;
Mantenimento della qualità e preparazione del capitale umano;
Incremento della produttività;
Forte attenzione all’economicità, efficienza ed affidabilità dei servizi resi;
Capacità di investimento delle principali aziende anche in opere infrastrutturali portuali;
Opportunità di integrazione con altri soggetti della supply chain e/o di collaborazione operativa tra soggetti delle varie filiere.