• 6 Ottobre 2024 02:44

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Ambiente, accordo per il trasferimento del trasporto dalla gomma alla rotaia

L’intesa con Trenitalia e  Auta Marocchi prevede la combinazione dei modali dei vettori

Portare l’incidenza del trasporto merci su rotaia dal 6 attuale al 24%, ridurre l’impatto ambientale provocato dal traffico dei mezzi pesanti sul territorio e, di conseguenza, le emissioni di anidride carbonica, polveri sottili e altre emissioni inquinanti, abbattere gradualmente i costi esterni che gravano sull’ambiente, fino ad un 57% dell’attuale valore, con un risparmio attorno ai 3 miliardi l’anno: in questo quadro si pone il Protocollo di Intesa sottoscritto a Roma, tra il Ministero dell’Ambiente e due delle maggiori imprese di trasporto che operano sul mercato nazionale, Trenitalia S.p.A. ed Auta Marocchi S.p.A, grande società di autotrasporto merci.

L’iniziativa persegue un obiettivo primario: invertire i tradizionali valori della spirale “crescita del trasporto = aumento delle emissioni nocive” attraverso la combinazione funzionale dei due vettori, strada e ferrovia, tesa a togliere dalla strada una parte significativa dei flussi del traffico pesante dai grandi assi di scorrimento Nord-Sud ed Est Ovest. Per ottenerlo le due società si impegnano a concordare e sviluppare – ognuna per il proprio diretto ambito di competenza – un’attenta e puntuale verifica dei parametri economici e di costo del trasporto stradale e ferroviario delle merci sul territorio nazionale, con particolare riferimento alla promozione di servizi “combinati”. Prevista anche la formulazione di proposte ed azioni da sottoporre al governo, nell’ambito dei periodici provvedimenti legislativi ed economici volti a sostenere l’attività del trasporto, finalizzato ad una rimodulazione delle forme di sostegno, per meglio compensare gli oneri dell’autotrasporto sulle percorrenze a corto raggio ed incentivare la riconversione del parco mezzi in linea con gli standard Euro 5/5EEV e, dal 2014, Euro 6.

Relativamente alla modalità ferroviaria sulle percorrenze a medio-lungo raggio, i provvedimenti da studiare saranno quelli utili a favorire l’integrazione operativa tra le due modalità, ottenibile attraverso prodotti “combinati” per il trasporto delle unità intermodali di carico, e ponendo a “segmento comune” i grandi flussi del trasferimento delle merci tra le aree di origine/destinazione, anche tramite un più intenso utilizzo del patrimonio esistente dei terminal intermodali quali nodi logistici di interscambio fra strada e ferrovia.

Tra i punti salienti dell’accordo anche la rimodulazione dei meccanismi incentivanti e fiscali, sulla base del principio “chi inquina paga” al fine di meglio compensare gli oneri dell’autotrasporto sulle percorrenze a corto raggio.