La società ADI Servizi Marittimi in A. S., con il tramite della società ESA Group S. r. L., avrebbe disposto il disarmo della nave “Corona Boreale” per il giorno 5 maggio 2025, invitando il comando della nave a predisporre le attività necessarie allo sbarco dell’equipaggio. Orbene, come preventivato, le nostre preoccupazioni circa la sorte della flotta navale dell’ex ILVA segnalate dalla nostra Associazione in diverse note si stanno concretizzando.
Inizia così una lettera che il Presidente dell’Unione Marittimi, CLC Vincenzo Bellomo ha inviato lo scorso 30 aprile al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti – Capitaneria di Porto di Genova, ADI SERVIZI MARITTIMI S.R.L. IN A. S. e ILVA SERVIZI MARITTIMI S.P.A. IN A. S.,
Si tratta – spiega il sindacato di “Una decisione ed un comportamento inaspettato e, per certi versi, increscioso, inquietante ed irrispettoso ove si consideri che con nota del 10 marzo 2025, la società ADI Servizi Marittimi, in persona del direttore generale, aveva esternato la propria disponibilità ad incontrare la nostra Associazione per il giorno 19 – 20 marzo 2025, affermando di comprendere le preoccupazioni che l’Unione Marittimi affliggevano i Marittimi imbarcati sulle navi dell’ex Ilva e che tutti gli sforzi della società erano volti a “garantire la operatività e la marcia ordinaria degli asset gestiti della società Gruppo Acciaierie d’Italia in A. S., incluse le flotte di proprietà di Ilva Servizi Marittimi S.p.A.”. Tuttavia, con successiva nota, la medesima società comunicava di non poter dare seguito, suo malgrado, alla disponibilità manifestata per l’incontro, che veniva rinviato a data da destinarsi”.
Bellomo non si limita solo a manifestare stupore ed amarezza per quanto reso noto al personale della nave “Corona Boreale” (non direttamente da ADI ma tramite l’agenzia marittima di cui si avvale) e chiede che vengano comunicate con immediatezza: le motivazioni che hanno indotto la società armatrice a disporre lo sbarco dei lavoratori marittimi con un preavviso di solo cinque giorni; se il disarmo e lo sbarco degli stessi sia stato autorizzato dall’Autorità Marittima ed avallato dal Ministero competente e dai Commissari Straordinari; se e come la società armatrice intende reimpiegare il personale sbarcato; se il RINA ha espresso parere favorevole alla messa in disarmo della nave; ed infine, quali siano state le misure di sicurezza ed il servizio di guardiana predisposti dall’Autorità Marittima da adottare nel corso delle operazioni di disarmo.