• 3 Maggio 2024 01:52

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Rischio estinzione per i “battellieri” del trasporto passeggeri turistico

Denuncia della AIATP, il settore al collasso

Sono gli armatori del trasporto passeggeri turistico. I “battellieri” che presenti lungo le coste italiane effettuano gite ed escursioni lungo costa e le isole minori. Un’attività fiorente alle 5 Terre, a Portofino, nell’arcipelago Toscano, nelle isole del Golfo di Napoli, Eolie, Egadi, Sardegna e laguna veneta. Circa 4,5 milioni di passeggeri trasportati nell’ultimo anno, 42 milioni di euro il volume d’affari stimato. Un comparto, denuncia l’AIATP, l’associazione di settore che raggruppa 103 società di navigazione con una flotta di 234 unità tra 4 e 198 tonnellate di stazza, a rischio estinzione per eccessiva pressione fiscale e rigidità dei regolamenti.

“Dal 17 gennaio 2012 – ricorda il Consiglio direttivo dell’AIATP – tutte le navi che svolgono una attività commerciale (con esclusione della pesca) nell’ambito del mare territoriale (fascia marina di 12 miglia dalla costa) e della navigazione interna, non possono più usufruire della non imponibilità IVA sulla loro cessione, sull’acquisto delle forniture, materiali e apparecchiature di bordo (compreso i motori di propulsione)”. Una norma accettabile “se tutti gli introiti fossero soggetti ad IVA”. Invece il volume d’affari della maggior parte di tali Aziende proviene da incassi esenti IVA ( trasporto di passeggeri entro i 50 Km ), e la stessa “per gli effetti dell’art 19 bis comma 1 della Legge 633/72, non può essere recuperata se non in minima parte, rimanendo così un costo e rendendo proibitivi anche gli interventi delle normali manutenzioni”.

Sotto accusa anche il recepimento delle direttive comunitarie rivolte più alle grandi navi che “alle modeste caratteristiche di quelle imbarcazioni che impropriamente vengono definite navi da trasporto passeggeri ma che in realtà trasportano turisti lungo la costa”. Una rigidità che rendendo labile il confine fra queste due tipologie di trasporto, fino a portarle quasi allo stesso livello, costringe a dover sostenere esami che “rispondono a competenze ben più elevate di quelle che il nostro mestiere ci richiede e a dover dimostrare requisiti difficilmente ottenibili perché mai contemplati dall’ ordinamento marittimo nazionale in questa categoria di piccole navi”.

Infine, la mancanza di un regolamento specifico che disciplini il settore viste “le dimensioni contenute, la navigazione limitata nel tempo e nello spazio, l’assenza di alloggi sia per i passeggeri sia per l’equipaggio e la possibilità di condurre la nave senza che il locale macchina sia presidiato”. Caratteristiche che richiedono una norma ad hoc che possa anche eliminare “quell’istituto della deroga troppo subordinato a decisioni personali”.

Tra i provvedimenti auspicati dall’associazione: Censimento delle navi minori che operano nel settore turistico marittimo e di collegamento con le isole nazionali; Censimento delle società armatoriali che le gestiscono; Revisione dei titoli professionali marittimi non ancora abrogati; Un corretto uso della direttiva comunitaria per quanto concerne l’ emanazione di norme meno restrittive quando queste risultano troppo onerose o poco applicabili; Riconsiderazione del provvedimento di modifica dell’art.8 bis della 633/72.

“Ritengo che nonostante la pressione fiscale e contributiva pesi in modo preponderante sulla gestione delle singole società di armamento”, spiega il Capitano di lungo Corso Antonio Bozzo, della Navigazione Golfo Paradiso di Camogli, “i provvedimenti auspicati , che sono a costo zero, possano invertire l’andamento negativo delle società stesse contribuendo al rilancio dell’economia nazionale”.