• 3 Maggio 2024 16:57

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Fallimento Deiulemar, in vendita le prime due navi

Attesa per la decisione della Cassazione sulle sede del processo penale

Primo passo concreto nei confronti degli obbligazionisti coinvolti nel crac Deiulemar. Giovanni Alari e Maurizio Orlandi, curatori fallimentari nominati dal Tribunale di Torre Annunziata,  hanno iniziato la procedura di messa in vendita di due unità gasiere/chimichiere appartenenti alla Deiulemar Shipping. La Eleonora Lembo e la Margherita Iuliano sono due navi gemelle costruite nei Cantieri Navali di Pesaro nel 2007: battenti bandiera italiana, hanno una stazza lorda di 3.827 tonnellate, capacità 4 mila mc, e sono state valutate, a seguito delle perizie effettuate dall’Ing. Francesco Dagnino, per 15.400.000 euro ciascuna. La cessione è stata fissata per il prossimo 16 aprile. L’eventuale consegna fisica della Eleonora Lembo, legata ad un contratto di noleggio, con opzione per altri tre mesi, in scadenza il 26 aprile, potrà essere effettuata tra il 27 luglio e il 15 settembre. Per la Margherita Iuliano, invece, basterà attendere trenta giorni dalla data di aggiudicazione.

Intanto, mercoledi 13 la Cassazione discuterà il ricorso presentato dalla procura di Torre Annunziata contro la decisione di spostare a Roma il processo penale a carico degli armatori, per la presenza negli elenchi dei creditori di un magistrato della Corte di Appello di Napoli. “Saremo a Roma per rappresentare tutti gli investitori – ha spiegato all’Ansa l’avvocato Pino Colapietro, presidente del comitato dei creditori Deiulemar – La nostra non è una battaglia a favore o contro una Procura: quella di Roma, infatti, ha il pregevole merito di avere proseguito l’attività della Procura di Torre Annunziata, coadiuvata dalla stessa Guardia di Finanza di Torre Annunziata, chiedendo e ottenendo anche il rinvio a giudizio immediato per tutti i componenti delle famiglie Iuliano, Della Gatta e Lembo. La nostra battaglia è diretta oggi a dare il giusto risalto a livello nazionale, finora non concesso, a un caso in cui gli unici a pagare sono quei piccoli risparmiatori, la cui unica colpa è avere dato fiducia a una società e ai suoi amministratori, confidando nella loro correttezza nella gestione dei risparmi e in un funzionante sistema di vigilanza e di controlli di società che emettono strumenti di finanziamento. Sistema di vigilanza, poi, rilevatosi completamente inadatto”.