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Un Consorzio logistico unisce Italia e Serbia

DiVincenzo Bustelli

Mar 8, 2013

Friuli Venezia Giulia modello per il paese balcanico

Per il Friuli la Serbia è la via di accesso a Russia, Turchia, Bielorussia e Ucraina. Un mercato potenziale di 800 milioni di persone che richiede innanzitutto una maggiore integrazione nei settori logistico e dei trasporti. In quest’ottica sono state presentate le novità del “Progetto Destinazione Kragujevac”, che nasce dall’accordo con Fiat per la produzione della Punto per il mercato del Sud Est Europa): ovvero il “Tavolo dei Trasporti” grazie al quale prenderà avvio un consorzio italo-serbo, composto di enti pubblici e privati, per lo sviluppo di progetti di integrazione logistica nel settore gomma, ferro, acqua, aria. “Il Friuli Venezia Giulia – spiega l’assessore ai rapport internazionali Elio De Anna – proprio grazie alla sua posizione geografica e al sistema logistico di cui è dotato, può divenire il partner privilegiato negli scambi commerciali e può offrire agli operatori serbi – in quel Paese non esistono poli intermodali – possibilità di far nascere nuove iniziative”.

Lo stesso Governo serbo ha individuato nel modello italiano di interporti il “case history” da cui muovere le prime iniziative di sviluppo della logistica serba. Con la partecipazione al Tavolo anche di Srbijatransport, società consortile per l’autotrasporto in Serbia, operativa a livello nazionale e internazionale, si è individuato nella costituzione del Consorzio trasportatori italo-serbo la migliore risposta operativa a questa esigenza di sviluppo infrastrutturale serbo e di collaborazione tra i due Paesi in materia. Il Consorzio, che può essere inteso quale “incubatore” di molteplici iniziative, svilupperà una puntuale e approfondita analisi dei flussi di scambio Italia-Serbia, attraverso lo studio dei volumi e delle tipologie dei trasporti, la valutazione della qualità di domanda e offerta e l’analisi delle esistenti modalità di trasporto e organizzazione. Da tali analisi, verrà stimolata la creazione di joint venture, con eventuale partecipazione di Finest (Società per azioni partecipata da Friulia SpA, società finanziaria della Regione Friuli Venezia Giulia, dalla Regione Veneto, dalla Provincia Autonoma di Trento, dalla Simest e da alcune banche del territorio), che offrano i servizi di cui si delinea la carenza e che siano così volano per una crescita economica di entrambi i Paesi.