• 4 Novembre 2024 12:06

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Si è conclusa dopo oltre 2mila miglia di navigazione “Cambio di rotta” 2024 la campagna solidale di Nave Italia

Genova Dal diario di bordo di Nave Italia 2024: Questa nave mi ha permesso di lasciarmi tutti i pensieri alle spalle, la reputo un gioiello perché è piena di gioia – Barbara 17 anni; Grazie per essere stati un posto sicuro – Claudio 22 anni; Grazie di tutto, finalmente ho sentito di star vivendo e non sopravvivendo, grazie di cuore – Debora 16 anni.

Sono queste solo alcune delle testimonianze lasciate dai numerosi marinai per una settimana che, da maggio a ottobre 2024, hanno sperimentato il metodo Nave Italia imbarcandosi sul brigantino solidale proprietà di Fondazione Tender to Nave Italia, solcando le acque di 7 diversi porti italiani in compagnia dell’equipaggio della Marina Militare.

Dopo 2119 miglia e 400 ore trascorse in mare, si è conclusa sabato 5 ottobre “Cambio di rotta” la campagna 2024 di Nave Italia che, come ogni anno, ha portato a bordo centinaia tra ragazzi e adulti con disabilità cognitive, deficit sensoriali, malattie genetiche, disagio psichico e sociale, al fine di donare loro un’esperienza unica e positiva per la gestione e l’elaborazione delle proprie difficoltà.

Salpata dal porto di Spezia il 30 aprile scorso, dopo aver toccato, in circa 6 mesi di navigazione, i porti italiani di Genova, Civitavecchia, Gaeta, La Maddalena, Portoferraio, Savona, Nave Italia ha portato a bordo quest’anno 21 tra associazioni ed enti no profit del terzo settore provenienti da tutta Italia e una dal Sudafrica, per un totale di 263 partecipanti e 109 accompagnatori.

Nel corso della campagna, sono stati ospitati enti diversi, tutti affiancati dal personale della Fondazione che ne cura i progetti, dalla genesi alla realizzazione. A bordo si vive e si opera fianco a fianco, attorniati dal mare e dal vento. Tutti, indistintamente, ciascuno con un ruolo preciso, marinai, ragazzi, accompagnatori. Si diventa tutti parte di uno stesso equipaggio, senza distinzioni tra chi sale a bordo per una settimana e chi ne fa parte in pianta stabile.  Questo, e l’esposizione dei beneficiari a stimoli emotivamente molto forti, sempre in una cornice di massima sicurezza, è il segreto del “metodo Nave Italia” che, sotto la guida del personale scientifico della Fondazione e dell’equipaggio della Marina Militare, si rivela particolarmente efficace nel consentire a piccoli gruppi di persone in difficoltà di mettersi alla prova e sfruttare a pieno le proprie potenzialità, superando tutti quei pregiudizi che li accompagnano nella quotidianità.

Nave Italia si sta già preparando anche per la nuova stagione solidale 2025. Si chiuderanno infatti il 3 dicembre le iscrizioni per la presentazione dei progetti da parte di tutte le associazioni e gli enti interessati a sperimentare il metodo Nave Italia. A partire da gennaio 2025 la Fondazione Tender To Nave Italia procederà al vaglio dei progetti candidati, gli enti selezionati inizieranno a collaborare con lo staff e ad essere formati per potersi preparare al meglio in vista delle partenze previste nella stagione 2025.

Si tratta di una grande opportunità per tutte quelle realtà – enti non profit, scuole, ospedali, ma anche servizi sociali, aziende pubbliche o private – che promuovano azioni inclusive vero i propri beneficiari e le loro famiglie e che, grazie alla Fondazione Tender to Nave Italia, possono offrire loro l’esperienza di vivere un’esperienza educativa e formativa a stretto contatto con l’equipaggio della Marina Militare e lo staff della Fondazione.

“Le parole che definiscono disabilità e disagio sono negative – commenta il Direttore ScientificoPaolo Cornaglia Ferraris. -. “non sa fare”, “non è capace”, “non può capire” ecc. Il NON prevale nelle conversazioni dei care givers, perfino in amorevoli familiari, perché ciò che manca prevale rispetto a ciò che esiste di originale e prezioso. Tutti questi “NON” costruiscono un pregiudizio diffuso, genitoriale, familiare, scolastico, sociale che genera nel tempo un’auto pregiudizio limitante e una bassa autostima.

Le persone che vivono la loro vita in situazioni limitanti accettano d’essere “incapaci”, “imperfette”, “mancanti”. Accettano come insormontabile la tristezza che da ciò deriva.

Un giovane autistico ha scritto su un whatsapp inviato a chi raccoglie le sue inattese riflessioni: “Se fossimo tutti perfetti, sai che noia!”.  Proviamo a rifletterci sopra. La vita di tutti noi ha bisogno dell’imperfezione che caratterizza la creatività con cui bambini, uomini e donne si adattano ad ambienti e situazioni sociali. La perfezione, in qualunque campo materiale o spirituale si sia espressa, è sempre stata ambizione priva di senso e foriera di conflitti. Siamo tutti disabili, almeno in qualcosa ed in qualche momento, e dobbiamo liberare la parola disabilità dalla prigione sociale che il pregiudizio le ha creato intorno. Questo è il significato di Nave Italia: un veliero sul quale si imbarcano persone imperfette, capaci di entusiasmarsi per un viaggio sul mare, orizzonti nuovi, amicizie imprevedibili, percorsi mentali e fisici che nessuno avrebbe creduto possibile si realizzassero. Nave Italia demolisce i pregiudizi di genitori, educatori, insegnanti, medici e infermieri, ma soprattutto quelli che ciascuna persona con disabilità aveva definito per sé stessa. Si scopre nuovo, gioioso, capace di far amicizia e buttarsi dentro un’avventura magnifica, sfidante, capace di liberare emozioni nuove e forti, capace di rigenerare il futuro”

Tra i numerosi progetti che si sono susseguiti a bordo si segnala: per il mese di maggio “Il viaggio di ESPRIMO”, progetto promosso da un gruppo di clinici e ricercatori del Dipartimento di Neuroscienze, Biomedicina e Movimento dell’Università di Verona che ha coinvolto pazienti tra i 18 e i 45 anni affetti da sclerosi multipla e “Svelandoci…” promosso dalla sede “Soldati” di Gattinara dell’Istituto Alberghiero Pastore di Varallo in cui ospiti a bordo sono stati alunni ed ex alunni con sindrome di Down.

A giugno è stata la volta del progetto della Fondazione per l’infanzia Ronald McDonald ETS con “Fratelli D’A-Mare” che ha visto il coinvolgimento di bambini che a causa delle loro patologie hanno seguito un percorso ospedaliero e sono stati ospitati presso le Case Ronald di Roma, Brescia e Firenze e dei rispettivi fratelli, in un’esperienza di vita comune finalizzata ad aiutarli a recuperare il loro senso di unità e fratellanza. A seguire, “Saliamo A Riva”, rivolto a persone non vedenti o ipovedenti tra i 14 e i 35 anni di età voluto dall’ I.Ri.Fo.R Onlus – Istituto per la Ricerca la Formazione e la Riabilitazione di Roma. Mentre il 25 giugno è tornato “Academy to Italy 2024” il progetto rivolto a giovani provenienti da alcune delle zone più difficili di Città del Capo realizzato in collaborazione con il Royal Cape Yacht Club Sailing Academy di Città del Capo e promosso dalla Sailing Academy del Royal Cape Yacht Club di Cape Town. Tra i progetti di luglio che hanno portato il brigantino nelle acque sarde: “S.E.I. in mare”, rivolto a ragazzi e ragazze con disabilità tra i 18 e i 25 anni della Gulliver Società Cooperativa Sociale Onlus di Modena; “Ognuno a modo suo… sulla stessa rotta” e “Onboard Medialab: sulle ali del vento”, proposti rispettivamente da Talenti fra le nuvole Onlus di Milano e Centro Ripamonti Onlus di Cusano Milanino, hanno portato a bordo ragazzi con Disturbo Specifico di Apprendimento (DSA).

Ad agosto si sono imbarcati poi gli utenti de La Casa delle Luci di Roma affetti da disabilità comunicative gravi che, con il progetto “La Nave dei Segni”, insieme agli operatori sordi e udenti, hanno potuto vivere un’esperienza unica di preparazione al momento in cui lasceranno la loro famiglia per essere inseriti in un primo gruppo-appartamento. E ancora, i 15 giovani in carico presso il servizio di neuro psichiatria infantile dell’Asl5 spezzino con il progetto “Scusate il disagio”.

Dopo una breve pausa, il 3 settembre Nave Italia ha ripreso la navigazione con il progetto dell’Università degli Studi di Bergamo, Rotta verso il benessere per l’anziano fragile” atto a valutare l’efficacia dell’esperienza del viaggio su Nave Italia nelle persone anziane con particolare fragilità cognitiva e relazionale. Il 17 settembre è stata la volta del “Mare di Carta (il canto delle sirene)” il progetto artistico promosso dall’Istituto Superiore Antonio Stradivari di Cremona rivolto a ragazzi e ragazze con disturbi educativi speciali e che quest’anno aveva come tema principale la parità di genere. Dopo il progetto “Passa il testimone” rivolto a giovani studenti dell’Istituto Superiore Galileo Ferraris di Vercelli a rischio dispersione scolastica e affetti da disabilità o bisogni educativi speciali, il viaggio di Nave Italia si è chiuso nelle acque del Golfo dei Poeti con i ragazzi di “RottAmiamoci”, il progetto promosso dall’Associazione Conto alla Rovescia (A.C.A.R.) di Roma e che ha visto la partecipazione straordinaria per un giorno della Vice Presidente Vicario del C.O.N.I. Silvia Salis.

Numerose, durante l’anno, anche le iniziative e occasioni in cui Nave Italia, ormeggiata nei vari porti, ha accolto il pubblico, per un totale di 3482 persone salite a bordo per conoscere più da vicino il brigantino solidale.