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TRUFFA DELLO SPECCHIETTO: GUARDIA COSTIERA E CARABINIERI FERMANO DUE PERSONE RICERCATI IN TUTTA ITALIA

Castellammare di Stabia, 06 maggio 2019 – Nel tardo pomeriggio della giornata di ieri, personale militare della Sezione di Polizia Giudiziaria della Capitaneria di porto di Castellammare di Stabia, mentre era in attività di servizio sul territorio, acquisiva notizia da parte di un dipendente di una ditta per il servizio di corriere espresso che riferiva di essere stato inseguito e fermato in autostrada, in una piazzola di emergenza, da un SUV di colore grigio con due persone a bordo che gli rimproveravano di aver danneggiato uno degli specchietti laterali, chiedendo la corresponsione di circa 300 euro. Tuttavia il sinistro non era mai avvenuto e quindi si trattava di un vero e proprio tentativo di truffa.

Uno dei militari della Guardia Costiera di Castellammare di Stabia a questo punto si metteva in contatto con i due balordi, che precedentemente avevano lasciato il numero di recapito cellulare al malcapitato, facendosi passare come proprietario del furgone, chiedendo un incontro al fine di sistemare la cosa. Si concordava, quindi, un incontro nella piazza antistante l’ospedale Loreto Mare, presso la quale i militari trovavano parcheggiato il SUV sospetto. Si allertava –nel frattempo- il Nucleo Radiomobile dei Carabinieri di Napoli per avere supporto nelle attività di Polizia Giudiziaria.

Ad un certo punto uno dei due soggetti scendeva dal SUV e chiedeva la corresponsione della somma di denaro al militare della Guardia Costiera che si qualificava come Ufficiale di Polizia Giudiziaria ed insieme ai militari dell’Arma -nel frattempo sopraggiunti- procedeva ad un controllo delle persone fermate che, a seguito degli accertamenti, risultavano essere soggetti ricercati in tutta Italia per vari reati, in particolare per truffa,  che non era stato mai possibile identificarli e fermarli.

Alla fine degli accertamenti sul posto i due soggetti venivano portati presso la caserma del Nucleo Radio Mobile dei Carabinieri e venivano sottoposti a fermo di polizia giudiziaria e foto-segnalamento.