• 18 Aprile 2024 16:19

Seareporter.it

Quotidiano specializzato in politica dei trasporti marittimi

Quando la Serenissima scoprì l’intermodalità

Storia dell’idrovia padana

Quella della navigazione interna italiana è una storia travagliata, fatta anche di tante delusioni. Una rete efficientissima nel Veneto della Serenissima collegava pressoché tutti i capoluoghi (persino Belluno in direzione Venezia, soprattutto per il trasporto di legname) e le vie d’acqua erano utilizzate in tutta la pianura padana, consentendo di arrivare fino a Milano e Torino. Ferrovia e motore a scoppio hanno però sostanzialmente svuotato il sistema anche se, nel secolo scorso venne progettata una grande idrovia, a Nord del Po e parallela a quest’ultimo, che consentisse il transito di merci su navi fluviali dal mare a Mantova e Cremona in ogni periodo dell’anno, indipendentemente dalle situazioni di piena o di magra del Po e delle bisse del suo fondale.

Il primo progetto dell’idrovia risale al 1938 (di qui l’originario nome di Canale Mussolini), quando alla finalità di sistemazione idraulica del sistema di canali Fissero – Tartaro – Canalbianco vennero appunto aggiunte quelle irrigue e quelle di navigazione interna. Le vicende belliche e il successivo preponderante peso dato al trasporto su gomma misero il canale in una sorta di limbo. Dal quale uscì grazie soprattutto a investimenti della Regione del veneto per circa 70 milioni di euro, effettuati negli ultimi 15 anni del secolo scorso, che hanno permesso di ricalibrare il sistema e le opere di navigazione necessarie per superare il dislivello di 12,50 metri tra il mare e il mantovano. L’idrovia, fino ad allora l’incompiuta più straordinariamente datata d’Italia, venne finalmente inaugurata nella primavera – estate del 2002, con l’apertura al traffico per tutti i 130 chilometri che vanno dal mare ai laghi di Mantova. Per renderli completamente navigabili da natanti di Vª classe europea mancavano appunto le nuove conche, realizzate grazie ad un ulteriore finanziamento regionale sostenuto da contributo comunitario. L’idrovia è oggi dotata dei seguenti porti/banchine: Mantova, Ostiglia, Canda, Rovigo. A Rovigo è funzionante un Interporto direttamente servito anche dalla ferrovia.
Fonte: Regione Veneto