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Organizzato da ATENA Veneto e Propeller Club di Venezia il convegno “La fatica negli equipaggi navali”.

DiCatello Scotto Pagliara

Nov 14, 2019

Cause, conseguenze e loro gestione – Problematiche sociali e sindacali.

Il  12 Novembre 2019,  presso la sala convegni dell’Hotel Bologna Best Western  di Mestre, si è tenuto il convegno dal titolo “La fatica negli equipaggi navali”, organizzato da ATENA Veneto, dal  Propeller Club di Venezia, dall’Ordine degli ingegneri della Provincia di Venezia, dalla Fondazione Ingegneri Veneziani e dal Collegio degli Ingegneri Ferroviari Italiani.

Il meeting , caratterizzato da interventi molto qualificati, è stato aperto da Massimo Bernardo, presidente del Propeller Club Port of Venice, e da Walter Prendin, presidente di ATENA VENETO.

Prendin, dopo un breve saluto ai partecipanti, ha ricordato che l’importanza dell’argomento del convegno è tale che l’IMO (International Maritime Organization), nell’ambito del sottocomitato IMO-HTW5, ha istituito un apposito Working Group con l’obiettivo di stendere alcune linee guida  che fossero di aiuto a tutti gli attori in gioco per affrontare il problema della fatica degli equipaggi delle navi.

Di queste linee guida ha parlato il primo relatore della giornata, il Com.te Giovanni Faraguna direttore di VEMARS, Il comandante  ha sottolineato il pericolo che l’affaticamento dell’equipaggio può comportare per la sicurezza della nave; ha evidenziato, inoltre  la necessità di operare per la gestione della fatica sin dalla fase di progettazione delle navi, prevedendo ambienti che permettano di minimizzare gli effetti della fatica.

La dottoressa Stefania Stratimirovich, intervenuta successivamente, ha illustrato quali sono gli effetti della fatica dal punto di vista medico; nello specifico, ha sottolineato che carichi e turni di lavoro anomali possono alterare i naturali cicli circadiani delle persone; questi cicli sono basati su una sorta di orologio interno sincronizzato con il ciclo naturale del giorno e della notte mediante stimoli naturali come la luce solare, la temperatura ambientale e anche stimoli di natura sociale.

L’alterazione di tali cicli provocata da turni di lavoro anomali o, comunque troppo elevati  ha conseguenze dirette sulla salute degli equipaggi.

Il terzo relatore, Andrea Pesce, direttore di Stella Maris Venezia ha brevemente illustrato l’aiuto che questa associazione offre alla gente di mare, per rendere più confortevole la loro vita quando la nave è attraccata a Porto Marghera e a Marittima nel centro storico di Venezia .

Pesce ha osservato come l’accesso a Internet, possibile quando la nave è in porto e offre la possibilità di aprirsi all’esterno e di comunicare con le famiglie, rischia paradossalmente di diminuire il necessario “stacco” del marittimo dalla nave.

Il Com.te Massimo Comelato,  ha invece  illustrato in modo sistematico la vita di bordo sia in navigazione sia durante le operazioni portuali; ha dapprima descritto le cause della fatica, come gli eccessivi carichi di lavoro, il rumore, i rapporti interpersonali e le condizioni marine, che derivano da condizioni contingenti, ma che spesso diventano la norma; successivamente ha descritto le azioni utili per gestire la fatica: la scelta oculata dell’equipaggio, la distribuzione appropriata dei carichi di lavoro e la limitazione della durata dell’imbarco.

Da parte sua , Andrea Trespidi, responsabile della formazione, della sicurezza su lavoro e ambiente di RFI (Rete Ferroviaria Italiana SpA), ha presentato la vision di RFI circa la fatica dei ferrovieri, figure che si trovano spesso impegnate in turni di notte per far fronte alle manutenzioni ordinarie, o a interventi straordinari di ripristino della rete.

Dando per assodato che la fatica faccia parte del lavoro, Trespidi ha descritto le modalità in cui questa viene fronteggiata, identificandone i sintomi, riconoscendone gli effetti e implementando le opportune strategie di gestione.

È stato sottolineato come l’attenzione al problema di dover convivere con la fatica sia ben presente in azienda sin dalle fasi di selezione del personale e di formazione. Il concetto che il lavoro del ferroviere sia un servizio per i cittadini può aiutare nell’accettare, affrontare e abilitare la fatica.

I due relatori successivi, l’Ing. Giulia Cisotto e il Dr. Mattia Doro, entrambi dell’Università di Padova, hanno presentato la visione del problema dal punto di vista scientifico, mostrando lo studio a livello del sistema nervoso dei processi attentivi nelle attività lavorative.

Cisotto ha esordito con un’introduzione sui concetti base del funzionamento del sistema nervoso: il cervello dal punto architetturale (aree, topologia, circuiti…), le comunicazioni neuronali (connettività, reti, accoppiamenti) e le modalità di misurazione delle attività celebrali come, ad esempio, l’elettroencefalografia (EEG); successivamente, ha descritto le prospettive della ricerca su questi argomenti.

Doro ha proseguito l’intervento focalizzandosi sullo studio sperimentale sull’attenzione, in particolare durante le attività lavorative: è stato evidenziato sperimentalmente che, durante le attività lavorative, vi sono delle modulazioni di alcuni indici fisiologici che suggeriscono come lo sforzo attentivo compiuto sia misurabile in termini quantitativi; sebbene ciò non renda ancora possibile prevenire l’errore umano, tuttavia, i risultati indicano una via di ricerca che potrebbe portare a risultati interessanti.

Ha concluso il meeting Paolo Siligato (ITF – FILT – CGIL)  che dopo aver illustrato gli orari di lavoro previsti per gli equipaggi dalle convenzioni internazionali, ha osservato come questi orari, per varie cause, siano raramente rispettati, e come molte ore straordinarie a volte “si perdano” con grave danno per l’equipaggio .