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Nuovi meccanismi tariffari: la 13ma Assemblea dell’Unione Piloti favorevole al ricorso al TAR

23 ottobre 2020 – Impugnare tramite un ricorso al TAR del Lazio, il provvedimento del 10.08.2020 del MIT in merito ai criteri e meccanismi tariffari per il servizio di pilotaggio. E’ quanto deciso dalla 13’esima Assemblea ordinaria dell’Unione Piloti tenutasi in videoconferenza, in ossequio alle norme per contrastare la diffusione della pandemia Covid 19, lo scorso 20 ottobre.

L’assemblea, oltre ad aver approvato il bilancio consuntivo 2019 ha provveduto ad eleggere Ubaldo Sgherri nuovo rappresentante dei Pensionati.

Ad aprire i lavori della riunione è stato il presidente Bellomo che con la sua relazione ha subito sottolineato il momento delicato che sta vivendo la categoria poichè “è in discussione il servizio di pilotaggio”.

Nonostante i tentativi di instaurare un leale confronto sostenendo tesi equilibrate – ha affermato  “assistiamo quotidianamente alla chiara intenzione di svendere la categoria al miglior offerente con prezzi di realizzo”. 

“L’utenza ha  proseguito – tenta ancora di nascondere il proprio obbiettivo ossia quello di mettere mano alla ricchezza del pilota in modo indiscriminato”. 

Secondo Bellomo dietro l’apparente apertura di mitigare gli effetti di una normativa avversa ai piloti si cela infatti la cristallizzazione della stessa “che toglierà per sempre ai piloti la possibilità che vengano riconosciuti i propri diritti”. 

Non poche riserve sono state espresse dal presidente dell’UP circa i contenuti degli studi sulle tariffe di pilotaggio elaborati dall’advisor The Brattle Group e dal C.I.E.L.I.  in quanto a suo parere “avvicinano il servizio di pilotaggio ad un servizio eseguito da un ente privato”.

Bellomo ha poi respinto, definendola non vera, l’affermazione che circola in taluni ambienti sul conto dell’UP, la quale sarebbe capace di creare solo dissapori con le altre associazioni e in special modo con il Ministero: “Ho estrema fiducia nelle autorità, purtroppo alcune situazioni che vedono le nostre richieste inevase da tempo (…) ci mettono nelle condizione di dover assumere posizioni forti”.

Non sono mancati i distinguo: “La necessità di trattare in modo distinto il servizio di Pilotaggio non può essere affatto considerata una banalità in quanto le Amministrazioni competenti hanno l’obbligo di individuare con rigore una formula che coniughi le esigenze del servizio di pilotaggio, non esposto a concorrenza, e quanto esplicitamente richiesto dalla Regolamento 352/2017 (che istituisce un quadro normativo per la fornitura di servizi portuali e norme comuni in materia di trasparenza finanziaria dei porti) – ha chiosato il presidente”.

In proposito Bellomo ha citato le incongruenze esistenti circa alcuni elementi retributivi tra piloti ed altri servizi portuali che paradossalmente adottano la stessa formula matematica per l’adeguamento tariffario.

Questi  presupposti hanno spinto poi Bellomo a rinnovare la richiesta al Ministero di rendere ancora più trasparente la tariffa di pilotaggio, proprio in ragione dell’entrata in vigore del succitato regolamento –  aggiungendo  che l’obiettivo indicato dallo stesso Ministero “mal si concilia con la nota del 10 agosto 2020, specie se si tiene conto che tutte le incongruenze evidenziate dallo stesso studio commissionato non trovano soluzione nel documento finale”.   

Bellomo si è dichiarato infine perplesso che i nuovi meccanismi tariffari per il servizio di pilotaggio, possano generare “aumenti tariffari significativi, i quali nella migliore delle ipotesi produrranno un mantenimento delle attuali basse ripartizioni, mentre la gravità delle modifiche concordate con l’utenza produrrà sicuramente il taglio degli stipendi dei piloti”. 

Non voglio credere nemmeno – ha concluso Bellomo – ai proclami su fantomatici salvataggio del “fondo”. Tanto, da far sorgere il dubbio che l’accordo, trovato tra le parti con l’esclusione dell’Unione Piloti, possa essere stato possibile solo in cambio del privilegio di gestire in esclusiva il contributo federale del 2%.