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La Guardia costiera sequestra un’autofficina nell’area delle riparazioni navali del porto di Genova

Genova, 01 giugno 2018 – La Guardia costiera nel corso di una verifica nell’area riparazioni navali del porto di Genova, ha sequestrato un’officina di circa 800 metri quadrati impropriamente adibita a lavori di autocarrozzeria e verniciatura, denunciando il titolare per violazione delle norme in materia ambientale e irrogando ingenti sanzioni.

Nel corso di indagini coordinate dalla Sezione di Polizia giudiziaria – Gruppo Ambiente e Territorio – della Procura della Repubblica di Genova, inerenti l’improprio smaltimento dei rifiuti in ambito portuale, i militari della Capitaneria di porto di Genova hanno verificato che, all’interno di un’area demaniale marittima destinata in via esclusiva alle riparazioni navali, venivano eseguiti lavori di meccanica, carrozzeria e verniciatura di alcuni autoveicoli. La presenza di una scorta di pezzi di ricambio, sempre per autoveicoli, all’interno dei magazzini della medesima ditta, rendeva subito evidente che tale attività, difforme rispetto all’uso previsto dell’area, fosse tutt’altro che sporadica.

Dagli accertamenti si riscontrava inoltre che l’intera area in concessione era priva di autorizzazione sia per lo scarico delle acque reflue industriali, sia per le emissioni in atmosfera; permessi entrambi necessari per la tipologia di lavorazioni cui l’area era stata adibita. Inoltre, all’interno del magazzino si rilevava anche la presenza di un deposito incontrollato di rifiuti speciali pericolosi, costituito da oli esausti.

Il titolare della concessione demaniale veniva, quindi, deferito all’Autorità giudiziaria per violazione delle norme ambientali relative alle parti III, IV e V del Testo Unico Ambientale e l’intera area operativa dell’officina e dei magazzini – corrispondenti ad oltre 800 metri quadrati – venivano posti sotto sequestro. Inoltre, al titolare veniva anche elevata una sanzione amministrativa per la mancata conservazione del registro di carico e scarico dei rifiuti, la cui violazione prevede sanzioni fino ad un massimo di 15.500 euro. L’uso difforme dell’area in concessione demaniale marittima veniva, infine, sanzionata ai sensi del codice della navigazione.