• 24 Aprile 2024 07:40

Seareporter.it

Quotidiano specializzato in politica dei trasporti marittimi

DISPARITÀ DI TRATTAMENTO E MANCATA ATTUAZIONE DIRETTIVE UE:
STATO RISCHIA VALANGA DI RICORSI ANCHE DAI MEDICI DI FAMIGLIA

DiVincenzo Bustelli

Nov 28, 2017

Pronta la prima azione collettiva: rimborsi fino a 150mila euro

L’avvocato Tortorella: «Differenze retributive con i colleghi specializzati dal 2006 in poi. In più hanno dovuto provvedere da soli alla copertura assicurativa e hanno subito indebitamente la tassazione Irpef ai compensi»

Tutti i medici che hanno frequentato, o stanno frequentando, i Corsi di Formazione Specifica in Medicina Generale, con iscrizione a partire dal 1993-94 ad oggi, possono aderire il 15 dicembre 2017 alla prima azione collettiva lanciata da Consulcesi per vedere riconosciuti i propri diritti, lesi da anni di trattamento discriminatorio e dalla mancata corretta attuazione delle direttive comunitarie da parte dello Stato italiano. Lo fa sapere Consulcesi, realtà leader nell’assistenza legale in sanità che ha fatto riconoscere oltre 530 milioni di euro ai medici coinvolti nella nota vicenda degli ex specializzandi ’78-2006.

«In Italia – spiega l’avvocato Marco Tortorella, legale specializzato nel contenzioso –  il Corso di formazione specifica in Medicina Generale è stato previsto con la legge 30/07/1990 n. 212, in attuazione della direttiva n. 86/457/CEE ed è un titolo necessario per svolgere l’attività di Medico Chirurgo di Medicina Generale. I partecipanti al corso percepiscono una borsa di studio pari a quella prevista per gli specializzandi con il D.lgs n. 257/91 (11.603 euro circa all’anno: D.M. 7 marzo 2006). Dal punto di vista fiscale e assicurativo, però, le differenze sono molte. Coloro che frequentano i corsi di formazione in Medicina Generale ricevono delle borse di studio dalla Regione su cui pagano l’IRPEF e devono sostenere le spese per la copertura assicurativa; al contrario, la remunerazione riconosciuta per frequentare le scuole di specializzazione è esente dall’IRPEF (secondo quanto disposto dall’Agenzia delle Entrate  risoluzione 338/E del 30 ottobre 2002) e le strutture sanitarie provvedono al pagamento dell’assicurazione per i rischi professionali, per la responsabilità civile contro terzi e gli infortuni connessi all’attività assistenziale svolta dal medico in formazione. Ai medici iscritti al Corso in Medicina Generale – prosegue l’avvocato Tortorella – non è stato, inoltre, riconosciuto lo stesso trattamento che dal 2006 viene riservato agli altri specializzandi. Fermo restando che il Corso in Medicina Generale è equiparabile a quello di specializzazione medica (tempo pieno, orari, esclusività) c’è un’evidente disparità di trattamento.

Il risarcimento possibile per i migliaia di medici di Medicina Generale coinvolti può arrivare fino a 150mila euro per tutta la durata del corso. La somma richiesta a titolo forfettario comprende: la differenza retributiva tra la borsa di studio percepita e quella presa dai medici in formazione specialistica a partire dall’anno 2006/2007; la tassazione IRPEF non dovuta; i contributi e i costi sostenuti per l’assicurazione.

«I medici di Medicina Generale rappresentano il primo baluardo della salute dei cittadini, non possono e non devono essere trattati come medici di serie B», affermano da Consulcesi, pronta a lanciare il 15 dicembre 2017 la prima azione collettiva riservata ai medici di famiglia penalizzati dallo Stato. A disposizione 1000 consulenti contattabili gratuitamente attraverso il sito www.consulcesi.it e il numero 800.122.777.