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Diminuiti gli spiaggiamenti di cetacei in Sicilia negli ultimi 18 anni

DiCatello Scotto Pagliara

Lug 24, 2017

Diminuiti gli spiaggiamenti di cetacei in Sicilia negli ultimi 18 anni, sono queste le conclusioni emerse da uno studio, realizzato da ricercatori ISPRA e del Ministero dell’Ambiente, recentemente pubblicate su una prestigiosa rivista scientifica internazionale.Lo studio ha analizzato dati ricavati da diverse banche dati nel periodo dal 1995 al 2012 ed ha dimostrato un trend in diminuzione, in particolare per quanto riguarda le specie che più spesso vengono trovate spiaggiate sulle coste siciliane, come il tursiope (il delfino costiero) e la stenella (il delfino che si avvista spesso in mare aperto). Oltre che per morti naturali, come ad esempio quelle dovute a malattie immunodepressive, la principale causa di mortalità e’ dovuta all’interazione con la pesca industriale. Negli ultimi anni la pressione di pesca della flotta peschereccia industriale siciliana e’ diminuita ed anche gli spiaggiamenti di cetacei Lo studio realizzato in Sicilia ha anche dimostrato che le località dove vengono ritrovati la gran parte degli spiaggiamenti di cetacei morti è nelle vicinanze di porti che ospitano grandi flotte pescherecce.Decenni di attività di pesca con flotte e tecniche industriali, infatti, hanno portato, oltre a svantaggi economici e culturali alla pesca artigianale, anche un depauperamento della risorsa ittica e della biodiversità marina all’interno del Mar Mediterraneo. L’eccessivo sfruttamento della pesca mette a rischio anche diverse specie marine protette ai sensi della Direttiva Habitat, quali i cetacei e le tartarughe marine e il fatto che la pesca industriale sia una minaccia per queste specie è riconosciuto sia dalla comunità scientifica sia da importanti organismi internazionali per la conservazione della natura, come ad esempio lo IUCN. Molti cetacei trovati morti sulle spiagge, infatti, hanno segni sul corpo di strumenti da pesca che ne hanno causato la morte. Per questo motivo uno studio realizzato da ricercatori di ISPRA e del Ministero dell’Ambiente ha verificato, per la Sicilia, le relazioni tra la capacità di pesca e gli spiaggiamenti. La flotta siciliana è di gran lunga la più grande in Italia e si compone principalmente di reti strascico, circuizione e palangari. Lo studio ed i risultati sono stati appena pubblicati sulla prestigiosa rivista scientifica European Journal of Wildlife Research, una delle riviste leader in Europa per lo studio della fauna selvatica. Dallo studio è emerso che la capacità di pesca (la forza motore dei pescherecci registrati presso uno dei 48 uffici marittimi siciliani) è strettamente legata alla distribuzione degli spiaggiamenti inoltre, la riduzione della capacità di pesca nel periodo tra il 1995 ed il 2012 è correlata con una riduzione del numero di spiaggiamenti di tursiopi e stenelle. In Sicilia, la maggior parte dei cetacei trovati morti sulle spiagge è in prossimità dei porti che ospitano le grandi flotte pescherecce come Mazara del Vallo, Palermo, Porticello, Catania. Nel periodo analizzato dallo studio (corrispondente ai tre periodi eseannali dei report della Direttiva Habitat sullo stato di conservazione delle specie inserite nella Direttiva) risultano esserci stati, in Sicilia, più di 200 spiaggiamenti di cetacei, non tutti legati alla pesca. I dati sulla capacità di pesca sono stati presi dal Registro Europeo delle flotte pescherecce, mentre i dati sugli spiaggiamenti sono stati ricavati sia dalla banca dati sugli spiaggiamenti dell’Università di Pavia (finanziata parzialmente dal Ministero dell’Ambiente), sia dal portale Geocetus, sia dalle comunicazioni delle Capitanerie di Porto agli uffici ISPRA siciliani. Lo studio è stato finanziato dalla Regione Sicilia nell’ambito dell’Osservatorio Regionale sulla Biodiversità -ORBS. Conseguentemente, se il trend di diminuzione della capacità di pesca della flotta peschereccia continuasse a diminuire, diminuirebbero anche gli spiaggiamenti di cetacei morti per cause antropiche. La conservazione sia delle risorse ittiche sia della biodiversità  marina sono un patrimonio della regione Sicilia che e’ importante conservare anche per il bene delle generazioni future.

Titolo dello studio: Assessing the relationship between cetacean strandings (Tursiops truncatus and Stenella coeruleoalba) and fishery pressure indicators in Sicily (Mediterranean Sea) within the framework of the EU Habitats Directive