• 28 Marzo 2024 10:00

Autotrasporto: Serracchiani, Governo fermi il massacro delle piccole imprese. “Nordest continua a essere dissanguato”

DiCatello Scotto Pagliara

Lug 21, 2018

“Il Governo fermi il massacro delle piccole imprese dell’autotrasporto. Bisogna subito riportare a 51 euro l’importo per la deduzione forfettaria giornaliera, fermare la stangata in arrivo con la riduzione prevista per i fondi destinati ai pedaggi autostradali, il caro gasolio, i costi di esercizio, la fortissima concorrenza sleale praticata dai vettori stranieri. Non si può bastonare chi fa andare avanti l’economia del Paese, sostenendo il Pil e l’occupazione pur in condizioni di svantaggio competitivo”. Lo ha affermato la deputata del Pd Debora Serracchiani, che ha espresso questi concetti in un’interrogazione al Ministro dell’Economia e delle Finanze e al ministro delle Infrastrutture e Trasporti, ai quali ha chiesto che “si impegnino a considerare l’autotrasporto una categoria essenziale per l’economia italiana e la trattino con il rispetto dovuto e a sostenere una categoria che per la gran parte rientra nella definizione di “piccola e media impresa”, cioè l’area di riferimento privilegiata verso cui dichiaratamente vorrebbe rivolgersi il Governo”.

Per Serracchiani “è un colpo durissimo, inferto senza consultare le Associazioni di categoria dell’artigianato e delle piccole imprese, che comporterà migliaia di euro in più di tasse ad impresa, alla faccia della riduzione della pressione fiscale tanto sbandierata dal Governo del cambiamento. E il Nordest continua a essere dissanguato. Gli importi delle deduzioni forfettarie giornaliere per gli autotrasportatori di merci per conto terzi – ha precisato Serracchiani – sono stati definiti 14 giorni dopo la scadenza del termine di pagamento dell’Irpef a saldo per il 2017, fissato al 2 luglio 2018, e in più sono arrivati con un taglio del 25%, ridotti da 51 a 38 euro.

“Ha ragione chi chiede che il Governo deve fare la voce grossa con l’Europa non solo per il problema degli sbarchi degli immigrati, ma anche – ha concluso Serracchiani – per armonizzare le condizioni di lavoro delle imprese europee”.