• 18 Aprile 2024 23:05

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Autorità dei Trasporti, riparte l’iter parlamentare

Il governo comunica la sua terna, sarà la volta buona ?

Riprende il cammino, fin qui non fortunato, per l’attivazione dell’Autorità dei Trasporti. “Si tratta di un tema  che da molto tempo era fermo e bloccato” ha spiegato il premier Enrico Letta al termine del Consiglio dei Ministri. “Inizia l’iter che ovviamente dovrà andare in Parlamento attraverso il passaggio nelle commissioni”. I tre nomi proposti al vertice da parte dell’esecutivo sono Andrea Camanzi (presidente – professore di Economia e gestione delle imprese di comunicazione alla Università Luiss di Roma e Consigliere dell’Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture), Barbara Marinali (Direttore Generale della Direzione Generale per le infrastrutture stradali del Ministero dei Trasporti e già proposta nella precedente terna), Mario Valducci, ex presidente della commissione Trasporti della Camera della precedente legislatura.

Organo collegiale, l’Autorità dei Trasporti è competente nel settore trasporti e dell’accesso alle relative infrastrutture e ai servizi accessori. Tra i suoi compiti: garanzia di condizioni di accesso eque e non discriminatorie alle infrastrutture ferroviarie, portuali, aeroportuali e alle reti autostradali; definizione dei criteri per la fissazione di tariffe, canoni e pedaggi; definizione di condizioni minime di qualità dei servizi di trasporto nazionali e locali connotati da oneri di servizio pubblico; regolazione per l’accesso all’infrastruttura ferrovia. Nel settore autostradale, stabilisce, per le nuove concessioni, sistemi tariffari dei pedaggi basati sul metodo del “price cap”.

I primi progetti per la sua istituzione risalgono alla metà degli anni Novanta quando anche in Italia su impulso della Comunità europea ed in parallelo con l’avvio di un significativo processo di privatizzazione si aprì il confronto sulla liberalizzazione delle Utilities. Risale a quegli anni infatti la scelta comunitaria, ad esempio con la direttiva 1991/440/CEE (settore ferroviario), per un modello di liberalizzazione fondato sulla “separazione verticale” tra gestione dell’infrastruttura (da mantenere in monopolio) e gestione dei servizi (da aprire progressivamente alla concorrenza). Processo che implica, ovviamente, la presenza di un’Autorità di regolazione indipendente.

Tra le sue prerogative anche la possibilità irrogare  sanzioni amministrative pecuniarie per l’inosservanza di propri provvedimenti o per la mancata ottemperanza alle richieste di informazioni o a quelle connesse all’effettuazione dei controlli, o nel caso in cui le informazioni e i documenti non siano veritieri. In fase di prima applicazione le sanzioni amministrative pecuniarie sono comprese tra un minimo di 2.500 euro e un massimo di 154.937.069,73 euro. L’ammontare riveniente dalle predette sanzioni è destinato ad un fondo per il finanziamento di progetti a vantaggio dei consumatori dei settori dei trasporti, approvati dal Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, su proposta dell’Autorità.

Per il ministro Lupi l’Autorità  sarà “l’elemento ideale per procedere alla liberalizzazione del mercato e per dare regolamento a un settore importante per assicurare, anche nel settore dei trasporti, i livelli di tutela dei consumatori e degli utenti già presenti negli altri settori attualmente presidiati da Autorità indipendenti di regolazione e controllo”.