• 19 Aprile 2024 17:58

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Angrisano, la lettera di commato

Il primo novembre prossimo lascerò il Corpo delle Capitanerie di porto – Guardia Costiera, simbolo autentico di quell’Italia che piace agli italiani e che, per il proprio modo di essere nel porsi al servizio dei bisogni della collettività marittimo – portuale, ha attratto a sé, nei 150 anni della propria storia, affetto, ammirazione, apprezzamento… rispetto. Negli ultimi anni il Corpo ha anche sublimato nella salvaguardia della vita umana in mare la propria missione, nel vivere, con profonda umanità, il dramma di quanti sfuggono dalle guerre, dalla fame, dalla disperazione: di quei migranti alla ricerca della vita, prima, e della dignità, poi; la dignità di persone mortificate nella patria dalla quale fuggono. Dalla crisi albanese del 1991 ad oggi più di 700.000 migranti sono stati salvati. Ma, il Corpo, non è solo risposta, efficace e fraterna, all’epocale esodo. Forte delle parole di Papa Francesco, emozionato nell’esser tra i Giusti del mondo per volontà dell’Europa, onorato dalla cittadinanza conferita dalla città di Palermo, il Corpo vive, oggi, un nuovo modello di quotidianità dell’impegno: comprendere (i bisogni) e rispondere (alle esigenze). In un Paese civile, culla del diritto, i bisogni e le risposte non ammettono ritardi. Le Capitanerie di porto sono pronte a contribuire a portare l’Italia in alto, partendo dal mare, dai porti, consapevoli che lavorare insieme, con convinta lealtà, fa bene al Paese, alla sua economia, alla risorsa mare. E’ in nome di quel patrimonio da tutelare, costituito dagli usi civili e produttivi del mare, che le autorità marittime hanno arricchito e reso vivi, con “l’umiltà dei forti” e la dignità che nasce dalla consapevolezza dei propri ruoli, funzioni e responsabilità, i valori che hanno accompagnato i miei 40 anni di servizio, anni esaltanti, proficui e produttivi, grazie al sostegno, al supporto ed alla pazienza con i quali Lei mi è stato vicino.
Grazie di cuore. E grazie, ancora, per non avermi mai fatto sentire solo, soprattutto in un delicato momento della storia del Corpo che qualcuno avrebbe voluto cancellare, relegandolo nell’oblio.

                                                 Amm. Isp. Capo (CP) Felicio ANGRISANO