• 19 Aprile 2024 03:04

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Nuove regole europee per il riciclaggio delle grandi navi mercantili

Il 90% del naviglio vetusto è demolito in impianti non conformi

 

Ogni anno oltre un migliaio di grandi unità mercantili europee (petroliere e portacontainer) sono avviate al riciclaggio per il recupero dei rottami metallici. Spesso raggiungono l’Asia meridionale, sede di una fiorente attività basata su impianti dove non sono rispettati standard minimi di sicurezza per il lavoro e la tutela ambientale.

Al fine di porre un argine al fenomeno la Commissione europea ha proposto nuove regole per garantire che le navi europee siano riciclate soltanto in impianti sicuri per i lavoratori e compatibili con l’ambiente.

“Sebbene il settore del riciclaggio navale abbia migliorato le sue pratiche – spiega Janez Potočnik, commissario per l’Ambiente – molti impianti continuano a funzionare in condizioni di pericolo e potenziale danno. Scopo della proposta è garantire che le navi europee vecchie siano riciclate nel rispetto della salute dei lavoratori e dell’ambiente. Si tratta di un incitamento chiaro a investire con urgenza nel miglioramento degli impianti di riciclaggio”.

Il regolamento presentato da Potočnik e Siim Kallas, vicepresidente e commissario per i Trasporti prevede per le grandi navi mercantili per la navigazione marittima battenti bandiera degli Stati membri dell’UE, un sistema di controllo, certificazione e autorizzazione che ne abbraccerà l’intero ciclo di vita, dalla costruzione all’esercizio fino al riciclaggio.

Secondo il nuovo sistema le navi europee dovranno istituire un inventario dei materiali pericolosi presenti a bordo e chiedere un certificato di inventario: prima dell’ingresso della nave nell’impianto di riciclaggio, si dovranno ridurre i quantitativi di tali materiali, anche nei residui di carico, oli combustibili, ecc.

Il regolamento, inoltre, stabilisce un elenco di impianti autorizzati a livello mondiali, in grado di soddisfare requisiti ambientali e di sicurezza certi. Il riciclaggio delle navi europee, al fine di assicurare una migliore tracciabilità e garantire il giusto smaltimento dei rifiuti, sarà permesso soltanto negli impianti inclusi in quest’elenco.  

Per garantire il rispetto delle regole la proposta impone agli armatori di notificare alle autorità nazionali l’intenzione di avviare una nave al riciclaggio. “Mettendo a confronto l’elenco delle navi per le quali hanno rilasciato un certificato di inventario con l’elenco delle navi riciclate in impianti autorizzati – secondo la Commissione – le autorità potranno individuare più facilmente le operazioni di riciclaggio illegale”. Anche le sanzioni previste dal regolamento saranno più specifiche e precise.

Il riciclaggio delle navi è attualmente disciplinato dal regolamento relativo alle spedizioni di rifiuti, che vieta l’esportazione di rifiuti pericolosi verso paesi extra OCSE. Tuttavia, la normativa vigente, che non è intesa specificamente alle navi, è spesso elusa, a causa della carenza di capacità di riciclaggio adeguata nei paesi OCSE, ma anche della difficoltà a individuare, da un lato, il momento in cui la nave si trasforma in rifiuto e, dall’altro, il paese esportatore della nave.  

“Nel 2009 – ricorda la Commissione –  oltre il 90% delle navi europee è stato demolito al di fuori dell’OCSE, in impianti di riciclaggio navale talvolta non conformi agli standard. Il numero di navi a fine vita europee è considerevole, in quanto il 17% del tonnellaggio mondiale è immatricolato sotto bandiere dell’UE: migliorare le pratiche di demolizione navale nel mondo costituisce quindi una priorità per l’Unione”.

Il progetto, che sarà discusso dal Parlamento e dal Consiglio europeo, si affianca ad una proposta di decisione che impone agli Stati membri la ratifica della convenzione di Hong Kong adottata nel 2009 per un  riciclaggio delle navi sicuro e compatibile con l’ambiente. L’idea della Commissione è di accelerare l’entrata in vigore formale della convenzione evitando un lungo iter che richiederà svariati anni (per entrare in vigore il documento deve ssere ratificato da almeno 15 grandi Stati di bandiera che rappresentino almeno il 40% della flotta mondiale e una percentuale significativa, almeno il 50%,della capacità di riciclaggio disponibile su scala mondiale.

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