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A Hong Kong l’industria 4.0 parla italiano

Diredazione City

Giu 26, 2019

NiRoTech costruisce la prima linea di smart production che dà il via alla re-industrializzazione dell’isola

L’imprenditore Roberto Leone inaugurerà dopo l’estate il nuovo sito dove automazione, robotica e intelligenza artificiale si combinano per realizzare prodotti hi-tech. Così la produzione industriale torna sull’isola cinese: «Un’esperienza che non escludiamo, in futuro, di poter replicare in Italia»

 C’è una componente italiana nel progetto di re-industrializzazione che vuole trasformare Hong Kong in un hub internazionale di innovazione. La prima linea industriale basata sulla smart production della regione amministrativa speciale cinese sarà infatti realizzata da NiRoTech, società di elettronica di cui è co-fondatore l’imprenditore italiano Roberto Leone. Originario del Bellunese, residente in Cina da oltre 17 anni, Managing Director di un’azienda che fattura 24 milioni di USD e dà lavoro a 42 persone, Leone ha infatti stretto un accordo con un ente semi-governativo locale per costruire un impianto industriale ad altissimo grado di automazione, basato sull’integrazione tra robot, intelligenza artificiale, IoT e cloud. La nuova linea sarà pronta a ottobre 2019: per la prima volta dopo decenni Hong Kong tornerà ad avere un’industria manifatturiera. «E sarà un’industria 4.0 – commenta Roberto Leone –, cioè quel’industria automatizzata e interconnessa che rappresenta il futuro, e che per l’Asia è già il presente. La nuova linea realizzata da NiRoTech permetterà non solo di aumentare la capacità produttiva e ottimizzare i costi, ma soprattutto di ottenere prodotti finiti ad alta tecnologia e di qualità superiore».

La linea “smart”, che si sviluppa a L per 40 metri e impiega una decina di robot che operano in autotuning, permette di raddoppiare la capacità produttiva rispetto a un impianto tradizionale, nonché di sviluppare contemporaneamente sei modelli, invece di uno solo. Tutto questo con il lavoro di quattro o cinque persone, «quando lo stesso tipo di produzione in Cina ne richiederebbe 25» spiega sempre Leone.

NiRoTech comincerà in autunno a produrre sistemi elettronici per il controllo accessi destinati a clienti europei. Le schede SMD, «componenti relativamente semplici che da anni in tutto il mondo si producono in modo automatizzato» spiega Leone, saranno realizzate da NiRoTech in Vietnam; poi il prodotto semifinito sarà completato e testato a Hong Kong, dove avviene anche la gestione di logistica e spedizioni. L’ottimizzazione dei costi e il controllo totale sulla qualità sono permessi dal particolare modello di filiera che caratterizza NiRoTech: l’azienda, fondata nel 2013, si basa infatti su un network di fornitori affidabili e controllati in Cina e Vietnam, con i quali vengono sviluppati progetti ad alto grado di personalizzazione. Inoltre, negli ultimi anni NiRoTech si è preparata alle sfide dell’automazione digitalizzando completamente il proprio sistema di gestione dei dati, e ora è pronta a integrare produzione e logistica in modo da avere un controllo real time e previsioni affidabili su tutti i processi coinvolti.

«Questo a Hong Kong è il primo sito produttivo interamente di proprietà di NiRoTech, 2500 metri quadri con una decina di persone al lavoro, ed è un passo fondamentale per avere una supply chain completamente smart – sottolinea Leone –. Si tratta di un investimento importante che ci permetterà crescere e posizionarci in un settore strategico».

La Cina infatti è decisamente avanti sulla strada dell’automazione: viene considerata la soluzione ai problemi di manodopera, sempre più costosa e sempre più scarsa. A Hong Kong, in particolare, negli anni il manifatturiero è progressivamente scomparso, mentre i costi dei terreni e degli immobili sono lievitati tanto da rendere impensabile sviluppare siti industriali. Il governo però vuole invertire la tendenza e spingere un “Made in Hong Kong” basato su innovazione e tecnologia. «La chiave per essere competitivi è proprio questa, puntare sullo smart manufacturing per realizzare prodotti di qualità eccelsa e ad alto valore aggiunto – conclude Roberto Leone –. Ed è un modello che a mio avviso è estremamente interessante anche per noi europei. Infatti, se l’esperienza con questa nuova linea a Hong Kong sarà positiva, non escludo che in futuro potremo replicarla anche in altri Paesi, Italia inclusa».